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L’impatto dell’intelligenza artificiale sulla sicurezza e salute sul lavoro

intelligenza artificiale e sicurezza sul lavoro

È stato pubblicato il 7 gennaio scorso, dall’Agenzia Europea per la salute e sicurezza, un documento di discussione dal titolo L’impatto dell’intelligenza artificiale sulla sicurezza e salute sul lavoro [1] che fa il punto sul tema, partendo dalla considerazione che

l’impatto dell’intelligenza artificiale sul posto di lavoro potrebbe creare opportunità ma anche nuove sfide per la sicurezza e la salute sul lavoro, la sua gestione e definizione di regole e disposizioni.

L’intelligenza artificiale è già ampiamente utilizzata nel mondo del lavoro, in una vasta gamma di applicazioni che vanno da quelle più operativi di cobot, tecnologie indossabili, tecnologie assistive nelle linee di assemblaggio, assistenti virtuali in fabbriche magazzini e call center, utilizzo dei Dpi, ad attività sempre più impegnative nell’analisi dei dati fino ad interventi nel processo decisionale automatizzato o semi automatizzato, nei processi gestionali e persino nella gestione delle risorse umane.

Le criticità che emergono nella discussione in merito all’Intelligenza artificiale riguardano attualmente l’innegabile messa a rischio di un’enorme quantità di posti di lavoro [2], (tema di indiscutibile gravità se si considerano le ricadute sul piano sociale in termini di povertà e di riduzione di un ruolo attivo dei cittadini) ma dovrebbe anche riguardare la qualità del lavoro, la SSL.

Infatti

… la maggiore mobilità e l’autonomia decisionale dei cobot, basate su algoritmi di autoapprendimento, potrebbero produrre azioni meno prevedibili per i lavoratori che collaborano con loro, il che può comportare un aumento del rischio di incidenti attraverso collisione o derivante dall’attrezzatura utilizzata dai cobot. L’eccessivo affidamento sulla tecnologia potrebbe portare a una peggioramento delle condizioni di sicurezza: i cobot, ad esempio sono connessi all’Internet delle cose, con possibili problemi di sicurezza informatica e rischi associati alla sicurezza funzionale.

Inoltre

I lavoratori che devono tenere il passo con il ritmo e il livello di lavoro di un cobot possono essere messi sotto pressione per raggiungere lo stesso livello di produttività. Un maggiore lavoro con i robot può anche ridurre significativamente il contatto con gli altri esseri umani e il supporto sociale. Tutto questo può avere un impatto negativo sulla sicurezza e salute dei lavoratori, in particolare sulla loro salute mentale. Ad esempio, l’automazione delle attività può essere associata a un lavoro più sedentario e con una minore variazione delle attività, lasciando ai lavoratori un lavoro eccessivamente ripetitivo. L’automazione delle attività può provocare sottocarico cognitivo e noia, pressione sulle prestazioni e intensificazione del lavoro e alcuni fattori di rischio, come l’isolamento e la mancanza di interazione con altri esseri umani, tutti rischi psicosociali già noti che possono avere un impatto negativo sul lavoro di squadra.

Particolarmente critico è l’esame che l’Agenzia propone sulle enormi possibilità che l’Intelligenza artificiale offre nella gestione e nel monitoraggio dei lavoratori.

Intelligenza artificiale: nuove forme di gestione e monitoraggio dei lavoratori

Raccolta di grandi quantità di dati in tempo reale sui lavoratori.

Possibilità di raccogliere questi dati durante e al di fuori dell’orario di lavoro, in una varietà di luoghi sia di lavoro così fuori del luogo di lavoro, talvolta al di la di quanto strettamente necessario o legale.

Possibilità di raccogliere dati tramite dispositivi mobili, dispositivi indossabili o incorporati (in abiti, Dpi, o anche sul corpo). Clic sulla tastiera, contenuto delle e-mail, siti web visitati, numero e contenuto delle telefonate, informazioni dai social, posizioni tramite tracciamento GPS, movimenti del corpo, segnali vitali, indicatori di stress e affaticamento espressioni micro-facciali, analisi del tono di voce e dei sentimenti.

I dati raccolti vengono utilizzati per informare la direzione e prendere decisioni automatizzate o semiautomatiche basate su algoritmi o forme più avanzate di IA.

Ciò può consentire ai datori di lavoro di aumentare il controllo sui propri lavoratori e sul posto di lavoro, utilizzare le informazioni per la valutazione delle prestazioni, migliorare le prestazioni e la produttività dei lavoratori, razionalizzare l’organizzazione del lavoro e della produzione, ridurre i costi di monitoraggio e sorveglianza, influenzare i comportamenti dei lavoratori, disciplinarli, migliorare la gestione delle risorse umane.

Le nuove forme di monitoraggio dei lavoratori basate sull’intelligenza artificiale, sempre secondo il documento dell’Agenzia, potrebbero d’altronde

fornire un’opportunità per migliorare la sorveglianza in materia di SSL e ridurre l’esposizione a vari fattori di rischio, comprese molestie e violenza, fornendo segnali di allarme precoci relativi allo stress o a problemi di salute e stanchezza.

Ma per una corretta gestione di questo patrimonio di informazioni sono necessarie “decisioni etiche e strategie e sistemi efficaci per gestire la grande quantità di dati personali sensibili che possono essere generati”. Ritorna quindi il tema della tutela della riservatezza perché in nome della tutela della salute non si violi un diritto altrettanto primario.

A seguito di queste riflessioni, proposte dal documento di discussione dell’Osha, sorge però spontanea una domanda: ma la messa in campo di questi strumenti così potenti e invasivi non avrebbe richiesto un studio precoce per definire eventuali vincoli legislativi tali da verificare e quindi garantire, se possibile, quanto auspicato oggi dall’Agenzia: ovvero l’equilibrato rispetto dei diritti dei lavoratori relativi alla privacy e alla loro salute e sicurezza, così come la trasparenza nella raccolta e utilizzo dei dati garantendone l’accesso ai lavoratori e ai loro rappresentanti?

Azione quest’ultima che avrebbe dovuto essere garantita dalla Commissione e dagli Stati membri, anche sulla base degli studi che la stessa Agenzia sta conducendo da vari anni [3].

NOTE

[1] Il documento, pubblicato in inglese con il titolo “Impact of artificial intelligence on Occupational safety and health”, riassume informazioni emerse da numerosi studi condotti dall’Agenzia europea dal 2018 ad oggi.
[2] Tecnologie dell’informazione e della comunicazione e l’ambiente di lavoro,“ I Report Bilbao 2017.
[3] Dal 2016, l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) ha intrapreso un’ampia attività d indagine sulla digitalizzazione e la SSL. Anche l’ampia campagna Ambienti di lavoro sani che sarà lanciata nel 2023 sarà dedicata alla digitalizzazione e alla SSL.

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