Il 2017 è stato un altro anno “in sospensione”. Galileo, prima di Einstein, aveva intuito il principio di relatività, di cui tutti abbiamo esperienza quando siamo seduti su un vagone di un treno fermo alla stazione. Abbiamo la sensazione che ci stiamo muovendo quando il treno vicino al nostro inizia a muoversi.
Dunque, e in relazione ai nostri argomenti di discussione, siamo fermi o ci stiamo muovendo? Alcuni dati ci dicono che ci stiamo muovendo, ma a noi rimane l’impressione disorientante che siamo fermi, o comunque che ci muoviamo lentamente, molto al di sotto del necessario.
Gli studiosi, da tempo, ci dicono che siamo in un passaggio epocale. Dalla solida e prevedibile società moderna alla liquida e imprevedibile società postmoderna. Indefinibile già dal fatto che non ha un nome, tanto che per definirla si usa il prefisso “post”, assegnato a molte sue manifestazioni: postindustriale, postdemocrazia, mentre in politica si cerca di mascherare l’incertezza aggiungendo tanti “neo”: neoliberismo, neoconservatorismo, neofascismo.
Una cosa è certa. I mutamenti avvengono con una tale rapida successione da modificare gli strumenti con cui riusciamo a percepirli, e soprattutto a comprenderli. Il risultato è che spesso ci rinunciamo rintanandoci in ciò che ci appare più solido: le nostre abitudini, il nostro “tradizionale” ambiente.
Nel mondo dell’impresa e del lavoro, però, questo non è possibile. Perché questi contesti sono al centro di quei mutamenti, e ignorarli non è possibile, e potrebbe portare alla rovina.
Come recita un detto cinese” chi cavalca la tigre non può smontare”.
Nel corso del recente incontro organizzato dalla Federlazio nella magnifica collocazione del Tempio di Adriano, sono stati elencati tre punti, intesi anche come strade verso le quali orientarsi: Innovazione, Sostenibilità e Lavoro. Non è compito di questo articolo spiegare questi concetti, per i quali rimandiamo agli atti del Convegno. Ci limitiamo a poche righe tratte da un documento dell’Aspen Institute sul tema:
Tradurre un’invenzione in un’innovazione di processo o di prodotto di successo richiede numerose e complesse azioni complementari a livello dell’azienda e del settore di competenza, tra cui cambiamenti organizzativi e formazione della manodopera a livello aziendale, marketing, design e specifici servizi commerciali.
Naturalmente l’innovazione oggi non si limita solo alla ricerca e sviluppo (R&S). È un fenomeno solo raramente isolato; si tratta piuttosto di un processo di collaborazione innovativo tra una rete eterogenea e crescente di stakeholder, istituzioni e utenti.
Il mondo della produzione continuerà a cambiare con la velocità che ormai lo contraddistingue, e le imprese italiane dovranno porsi l’obiettivo di passare da inseguitrici (attualmente il gap italiano è più di un terzo inferiore rispetto alla media delle imprese globali, francamente molto) a competitrici. Cruciale per questo cambiamento saranno le due parole IQ che stanno non solo per Intelligence Quotient (servirà molto anche questa), ma Innovazione e Qualità (sostenibile).
Questo processo di cambiamento comporterà, inevitabilmente, mutamenti profondi nell’organizzazione, nelle relazioni, nei sistemi interni e quindi anche nel campo per noi privilegiato: il benessere di chi lavora.
Per questo il 2018 vedrà Repertorio Salute attento a questo percorso. La Redazione si sta attrezzando per fornire un punto di vista privilegiato sulle riflessioni, le esperienze, le buone pratiche italiane e internazionali sul tema dell’innovazione e della qualità sostenibile e come il benessere del lavoro ne venga coinvolto e impegnato.
Intanto auguriamo un Buon Anno a tutti i nostri affezionati lettori.