Pubblichiamo due lettere inviate dalle Confederazioni Italiane all’Unione Europea e al Governo Italiano in merito a interventi necessari sulle tematiche di salute e sicurezza sul lavoro.
Roma, 13 gennaio 2015
Egr. Europarlamentari italiani/e
Oggetto: Punti di evidenza e di prioritario necessario intervento sulle tematiche di salute e sicurezza sul lavoro: profili e riflessi di rilievo comunitario.
Le scriventi Segreterie Confederali di CGIL, CISL e UIL, ringraziando della disponibilità avanzata per un incontro, ma tenuto conto della difficoltà emersa nell’individuare una data comune per l’appuntamento, intendono evidenziare con questo documento i punti di evidenza e di prioritario intervento sulle tematiche di salute e sicurezza sul lavoro che rivestono profili e riflessi di natura comunitaria.
- A premessa, si precisa con forza e determinazione la necessità di interrompere la deriva che sta avvenendo sul piano delle tutele a livello europeo (posizione condivisa e recentemente approvata dal Comitato Esecutivo della CES – Confederazione Europea dei Sindacati, che alleghiamo alla presente), chiedendoVi un preciso impegno nel tracciare percorsi legislativi comunitari alternativi, che proseguano nell’azione di garanzia delle tutele delle condizioni di lavoro, progressivamente negli anni statuite dalla legislazione, relative alla salute e sicurezza sul lavoro;
- essendoci segnali concreti di deterioramento delle condizioni di lavoro, di crescenti disuguaglianze tra i diversi paesi membri e l’aumento delle morti sul lavoro, così come anche dei casi di malattia professionale, occorre promuovere un’azione mirata e ferma contro il blocco determinato dal Regolamento REFIT (Regulatory Fitness e performance) nei riguardi di ogni nuova normativa comunitaria in tema di salute e sicurezza sul lavoro, scongiurando il pericolo di un concreto arretramento della situazione che si avrebbe da un abbassamento indistinto dei costi delle imprese, senza tenere conto della salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori;
- agendo nel merito, è necessario che, come paese importante dell’Unione Europea, l’Italia, attraverso la Vs. azione congiunta, punti a fornire chiari orientamenti alla Commissione al fine di favorire:
– lo sviluppo di nuove politiche di prevenzione in collaborazione con le parti sociali, in particolare a favore delle micro e piccole imprese;
– programmi di monitoraggio dell’azione degli organi di controllo;
– piani di intervento che promuovano l’implementazione e il consolidamento delle norme in tema di salute e sicurezza mirando ad evitare forme di dumping sociale all’interno dell’Unione europea. - sul piano delle normative specifiche di maggior urgenza, nei confronti delle quali occorre far sentire la pressione da parte dell’Italia, mediante il Vs. intervento congiunto, le principali aree di intervento riteniamo siano: i disturbi muscolo-scheletrici, la prevenzione dei tumori professionali, la tutela della salute riproduttiva contro le sostanze tossiche, i rischi chimici tra cui quelli derivanti da nuovi materiali e sostanze che alterano il sistema ormonale (perturbatori endocrini), nonché le questioni di genere derivanti dalla diversa esposizione ai rischi. Attualmente sono stati bloccati i seguenti interventi: accordo sulla professione dei parrucchieri; la normativa sulle sostanze cancerogene e mutagene, l’accordo sulla navigazione interna.
- Occorre dare continuità alla posizione sostenuta dal governo italiano, che ha espresso il suo sostegno alla lettera di alcuni Stati membri per chiedere alla Commissione europea una revisione immediata della direttiva agenti cancerogeni e mutageni.
Il ritardo nell’approvazione della Direttiva Europea 2004/37 rappresenta uno dei punti di caduta maggiori e una delle ragioni basilari dell’aumento del numero di lavoratori che ogni anno si ammalano a causa dell’esposizione ad agenti chimici. Attualmente sono previsti solo dei Valori Limite di Esposizione Professionale vincolanti, per 5 sostanze tossiche e indicativi, per altre 95, da parte della Direttiva (molto datata) 99/45. Oggi però sono circa 55.000 le sostanze tossiche che circolano in Europa (a fronte di 75 milioni di sostanze prodotte e classificate, grazie all’azione determinata dall’introduzione del Regolamento REACH e CLP). Un obiettivo concreto a livello comunitario dovrebbe essere quello di arrivare a prevedere dei Valori Limite di Esposizione Professionale vincolanti per almeno 50 sostanze, tra cui quelle cancerogene.
Attualmente in Italia la stima è di 100 casi di tumore scoperti ogni giorno. Su di un numero complessivo di circa 400.000 casi all’anno in Italia, si stima che tra il 10% e il 15% del totale siano di origine professionale, anche se ad oggi le denunci all’INAIL non raggiungono nemmeno la metà.
- Vanno promossi interventi di ricerca, tenuto conto dell’invecchiamento delle persone al lavoro, visto l’aumento dell’età pensionabile, per regolare e gestire a livello comunitario il problema della ri-collocazione degli inidonei, specialmente per quanto riguarda la popolazione delle micro-imprese.
Questi in sintesi i punti prioritari sui quali vogliamo porre la Vostra attenzione e sollecitiamo il Vostro impegno.
Vi informiamo inoltre che nei prossimi giorni invieremo una Lettera al Ministro del Lavoro Poletti al fine di sollecitare il Governo italiano a prendere una formale posizione sulla Direttiva Agenti Chimici, sulla falsariga della lettera inviata congiuntamente dai Ministeri del Lavoro di Austria, Germania, Olanda e Belgio.
Disponibili a tutti i chiarimenti che fossero ritenuti utili, nonché alla calendarizzazione di una nuova data di incontro inviamo cordiali saluti.
I Segretari Confederali,
Fabrizio Solari – Giuseppe Farina – Paolo Carcassi
Roma, 12 gennaio 2015
Oggetto: revisione Direttiva Europea 2004/37/CE relativa agli Agenti Cancerogeni e Mutageni nei luoghi di lavoro.
La revisione della Direttiva Europea 2004/37/CE sugli agenti cancerogeni e mutageni nei luoghi di lavoro è quanto mai necessaria e urgente.
L’attuale quadro legislativo è inadeguato e insufficiente, poiché è basato su conoscenze scientifiche che risalgono agli anni ‘70, epoca in cui era ampiamente ignorato il ruolo delle sostanze interferenti endocrine e i processi epigenetici nello sviluppo dei tumori.
La Direttiva in oggetto inoltre non è coerente anche rispetto alle definizioni delle sostanze che destano le maggiori preoccupazioni inserite nel Regolamento REACH emesso nel 2006, in quanto essa esclude le sostanze tossiche per la riproduzione.
Inoltre non va confuso l’obiettivo perseguito dal Regolamento REACH, sulla base del quale sono stati introdotti gli importanti obblighi di tracciabilità delle sostanze, con i Valori Limite di Esposizione Professionale non previsti dal Regolamento. Valori, quest’ultimi, che con l’emanazione delle direttiva diventerebbero vincolanti, tenuto conto della natura coercitiva delle direttive, quali strumenti legislativi ormai da troppo tempo abbandonati dal livello europeo a favore di una libertà di mercato che crea, a partire dai temi di tutela della salute e sicurezza sul lavoro, dumping a svantaggio delle lavoratrici e dei lavoratori.
Attualmente sono previsti solo dei Valori Limite di Esposizione Professionale vincolanti, per 5 sostanze tossiche e indicativi per altre 95, inseriti nella Direttiva 99/45.
L’esperienza delle azioni di prevenzione mostra che le situazioni più pericolose sono legate a esposizioni multiple nonché a esposizioni provocate dal processo produttivo, come nel caso della silice cristallina o i vapori di diesel.
La sorveglianza della salute, come prevista dalla attuale Direttiva, non è sufficiente, sappiamo che esistono tempi di latenza molto lunghi fra periodo dell’esposizione e sviluppo di un tumore ed è quindi indispensabile prevedere una sorveglianza della salute che copra tutto l’arco della vita dei lavoratori che sono stati esposti.
Tale azione di prevenzione non è prevista attualmente nella Direttiva comunitaria, né viene finora
attuata nella maggior parte degli Stati membri.
Il ritardo nella revisione della Direttiva Europea 2004/37/CE rappresenta uno dei problemi più importanti e una delle ragioni basilari dell’aumento del numero di lavoratori che ogni anno si ammalano a causa dell’esposizione ad agenti chimici.
Oggi sono circa 55.000 le sostanze tossiche che circolano in Europa (a fronte di 75 milioni di sostanze prodotte e classificate, grazie all’azione determinata dall’introduzione del Regolamento REACH e CLP).
Un obiettivo concreto a livello comunitario dovrebbe essere quello di arrivare a prevedere dei Valori Limite di Esposizione Professionale vincolanti per almeno 50 sostanze, tra cui quelle cancerogene.
Attualmente in Italia la stima è di 100 casi di tumore scoperti ogni giorno. Su di un numero complessivo di circa. 400.000 casi all’anno in Italia, si stima che tra il 10% e il 15% del totale sono di origine professionale, anche se ad oggi le denunce all’INAIL non raggiungono nemmeno la metà del dato.
Da oltre dieci anni le Organizzazioni Sindacali e un gran numero di Stati membri attirano l’attenzione della Commissione sull’importanza e la assoluta necessità dell’aggiornamento della Direttiva in oggetto, sebbene questo fatto era esplicitamente indicato nella Strategia Europea 2002-2007.
Nella nuova Strategia Europea emessa nel giugno 2014 dalla Commissione non vi è alcun riferimento alla questione, la revisione non è ancora stata realizzata né tantomeno iniziato l’iter.
Il 4 marzo 2014, i Ministeri del Lavoro di Austria, Germania, Paesi Bassi e Belgio hanno indirizzato una lettera comune alla Commissione per chiedere una revisione rapida della Direttiva sulla prevenzione dei tumori connessi all’attività professionale.
L’obiettivo di prevenire i tumori legati al lavoro deve essere immediatamente perseguito con forza dalla Commissione Europea e dall’Italia in primo luogo al fine di tutelare i lavoratori ed i cittadini tutti.
Con questa nostra lettera Le chiediamo quindi, di intervenire e sollecitare, al pari di altri paesi europei la revisione della Direttiva in oggetto.
Rimaniamo a disposizione per ogni chiarimento in merito.
Cordiali saluti.
I Segretari Confederali
Fabrizio Solari, Giuseppe Farina, Paolo Carcassi
Fonte: Cgil