Percorsi di efficienza per promuovere la salute e la sicurezza sul lavoro

Pubblichiamo una sintesi dell’intervento di Fabrizio Benedetti dell’Inail sul tema: Sostenere crescita e competitività delle imprese promuovendo salute e sicurezza sul lavoro in tempi di crisi nell’ambito del Workshop 3 – Percorsi di efficienza per promuovere la salute e la sicurezza sul lavoro.

Fabrizio Benedetti – Coordinatore Settore Prevenzione e Normazione, Consulenza Tecnica Accertamento Rischi Professionali e Prevenzione, INAIL, Italia

In questi ultimi anni stiamo assistendo ad un trend di diminuzione degli infortuni. Tuttavia, l’andamento positivo dei dati non può lasciare soddisfatti e la tendenza alla riduzione deve essere stabilizzata e, soprattutto, rafforzata.

Senza contare che le malattie professionali appaiono in espansione con tipologie diverse ed in continua e progressiva evoluzione.

L’INAIL in questi anni ha lavorato, in modo sinergico con gli organi legislativi e regolamentari ed ha operato in rapporto di partecipazione e condivisione con i propri stakeholder, in primis le associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, sostenendo che maggior sicurezza sul lavoro significa ridurre gli infortuni e le malattie professionali ma anche aumentare la competitività delle imprese.

Nel fare questo, ha attuato strategie complessive che portassero al miglioramento di attrezzature, impianti, strutture produttive così come all’adozione di un approccio gestionale ed organizzativo della salute e sicurezza sul lavoro integrandola nella gestione complessiva delle aziende.

Uno studio pubblicato dall’INAIL e dal Centro Europeo di Ricerche nel 2001, ha mostrato, per i comparti industria e servizi, una relazione, abbastanza evidente fino alla metà degli anni ’80, tra la crescita del tasso di innovazione tecnologica e la riduzione degli indici di frequenza degli infortuni che negli anni successivi diventa meno evidente, portando a considerare che l’innovazione tecnologica, da sola, non appare più un elemento sufficiente per ridurre in modo deciso le frequenze di infortunio.

Se si vogliono portare gli indici infortunistici a valori inferiori si è ritenuto utile introdurre strategie focalizzate sulla parte “biologica” delle organizzazioni, cioè quella afferente alla componente umana e alle sue relazioni, alla struttura organizzativa che le governa, alla gestione del capitale umano, in termini di sviluppo di competenze e capacità, attraverso la partecipazione ed al coinvolgimento delle strutture e funzioni aziendali verso i modelli e le scelte definiti dai vertici dell’organizzazione stessa.

In questi ultimi 15 anni nel nostro Paese, e l’INAIL è stato un soggetto molto attivo, si è lavorato per sostenere l’approccio manageriale alla sicurezza sul lavoro. Una delle linee di sviluppo è stata quella di adottare l’impostazione contenuta nel documento pubblicato dall’ILO nel 2001 (ILO/OSH 2001: “Guidelines on Occupational Safety and Health Management Systems”), sviluppando linee guida nazionali in materia di SGSL, così come linee di indirizzo specifiche di comparto realizzate attraverso il confronto e la condivisione delle parti sociali.

D’altro canto, proprio sull’approccio gestionale si fonda la direttiva comunitaria 89/391 (ieri recepito in Italia nel D. Lgs. 626/94, oggi nel D. Lgs. 81/08) che abbandona l’approccio esclusivo alla prevenzione e protezione oggettiva, su base tecnica e tecnologica legata al “command and control”, e impone alle organizzazioni pubbliche e private di organizzarsi e gestirsi assegnando responsabilità e ruoli al datore di lavoro ed ai dirigenti, così come a preposti (capi squadra, capi reparto, capi turno, ecc.) e lavoratori, ciascuno secondo le proprie attribuzioni, competenze e capacità da sviluppare ed accrescere attraverso la partecipazione, la formazione, l’addestramento.

Lo sviluppo tecnico e tecnologico resta importante e fondamentale, e deve essere sostenuto e rafforzato anche attraverso l’attività di ricerca e di verifica sul mantenimento in efficienza di macchine ed impianti che l’INAIL sta affrontando attraverso i propri dipartimenti di ricerca ed il corpi tecnici che ha nel suo organico e, per quanto riguarda le verifiche periodiche sulle attrezzature di lavoro, con soggetti privati che, essendo stati specificatamente abilitati, possono surrogare le verifiche che l’Istituto svolge direttamente.

A ciò si ritiene opportuno che sia affiancata l’introduzione di modelli organizzativi e gestionali, di sistemi di gestione della sicurezza, in grado di connettere gli investimenti in impianti, macchine e strutture più moderni in un quadro di obiettivi e risultati condivisi tra management e lavoratori. Studi effettuati dall’INAIL confermano la bontà di queste ipotesi evidenziando la forte riduzione nella frequenza e gravità degli infortuni nelle aziende che hanno adottato sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro.

Per facilitare gli adempimenti per le PMI si sta lavorando alla definizione di metodi e procedure semplificate e standardizzate sia per la valutazione dei rischi, anche seguendo gli input comunitari con l’importazione del modello OIRA, sia per l’adozione di modelli organizzativi e gestionali comunque coerenti con gli standard gestionali più diffusi nel nostro Paese come le OHSAS 18001 o le Linee Guida SGSL pubblicate da UNI nel 2001. Attualmente si sta anche lavorando in ambito ISO alla norma internazionale 45001 sui sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro.

L’INAIL ha proposto e sostenuto l’adozione di sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro sia sul piano normativo e regolamentare che culturale, attraverso corsi di formazione, pubblicazioni e partecipazione alla discussione scientifica e politica sul tema, ma soprattutto attraverso incentivi economici per le imprese e il riconoscimento di sconti sul premio assicurativo.

D’altronde con gli stessi strumenti l’INAIL ha sostenuto e sostiene anche l’innovazione tecnica e tecnologica utile a introdurre nel sistema produttivo macchine e impianti più moderni e, quindi, in termini oggettivi, più sicuri. Gli interventi sono particolarmente attenti alla eliminazione delle fonti di pericolo. Sintomatico di questo approccio è il sostegno alla eliminazione dei manufatti in amianto da strutture ed impianti produttivi o alla sostituzione di macchine obsolete con altre nuove conformi alle direttive comunitarie che le riguardano. Sempre sul piano dell’innovazione tecnologica va il recente bando FIPIT (Finanziamento alle Imprese per Progetti di Innovazione Tecnologica), con il quale saranno finanziati progetti di innovazione tecnologica elaborati dalle piccole e micro imprese dell’agricoltura, dell’edilizia e dell’estrazione e lavorazione di materiali lapidei (scelti in quanto con indici infortunistici tra i più elevati).

Tuttavia, per quanto complesso, il quadro di interventi deve esso stesso evolvere per spingere il sistema, imprese, lavoratori e istituzioni, ancora troppo ancorato alla cultura dell’adempimento e della conformità, verso la cultura dei risultati di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro.

La ricerca di un percorso che possa qualificare, quantificandola, l’eccellenza nell’azione prevenzionale la si sta sperimentando anche attraverso il modello “framework salute e sicurezza sul lavoro”, mutuato dall’approccio EFQM (European Fundation for Quality Management), ed utilizzato nell’ambito del “Premio Imprese per la Sicurezza”, frutto della collaborazione tra INAIL, Confindustria, Accredia e APQI, giunto quest’anno alla terza edizione, in cui le imprese vengono valutate in base alla bontà degli approcci adottati e dei risultati conseguiti.

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