Prevenzione aziendale e i processi formativi in azienda

Recentemente il CIIP (Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione) ha pubblicato un documento sul tema della formazione nei luoghi di lavoro. Il documento, qui allegato, dopo aver elencato gli interventi normativi, gli accordi tra Stato e Regioni descrive la situazione nel nostro Paese come ancora fortemente carente rispetto agli obbiettivi fissati.

In cosa siamo deficitari? Vengono elencate diverse cause. A nostro avviso, però, ne viene sottovalutato uno: quello per cui la sicurezza, e conseguentemente l’attività formativa, sono considerate un insieme di “grida” burocratiche.

Recita il documento:

In questi anni si è potuto constatare che si sono sviluppate ampie zone di elusione e/o evasione degli obblighi nomativi relativi alla formazione, con il frequente ricorso a soluzioni di mera apparenza, il rilascio di attestati formativi di comodo e/o al seguito di procedure meramente burocratiche e prive di contenuti reali, con docenze affidate a formatori non qualificati e la vendita di corsi in “formazione a distanza” privi dei requisiti di legge, spesso anche di contenuti pertinenti, tali da configurare vere fattispecie di truffa ai danni degli utenti.

Questo è il punto di partenza purtroppo condivisibile.

Il Documento poi prosegue individuando le cause ed elenca delle proposte.

Tra queste non compare ciò che abbiamo detto in premessa: una valutazione burocratica e non pratica della normativa sulla prevenzione nei luoghi di lavoro incide sui contenuti delle decisioni da prendere. L’idea che la formazione sia un’altra “tassa” da pagare allo Stato e non uno strumento di miglioramento aziendale è più diffuso di quanto si pensi. La conseguenza è che gli obbiettivi primari diventano l’acquisizione di attestati da mostrare ad eventuali interventi di controllo pubblico oppure da allegare agli altri documenti da presentare alle gare di appalto. E naturalmente il contenimento della spesa. Come viene svolta la formazione diviene così un tema secondario.

Il paradosso è che, a volte, anche chi non ha l’obbiettivo di un’acquisizione purchessia di carte a costi modesti, grazie a quella scarsa considerazione dell’importanza decisiva della formazione aziendale, evita di verificare a quali soggetti affida la formazione e la sua reale efficacia. E questo sì è un vero spreco di denaro.

È quindi quale valore viene attribuito alla formazione interna il primo buco nero da affrontare.

Poi valgono le proposte elencate dal CIIP: i controlli pubblici, il libretto formativo elettronico, una stretta sulla formazione a distanza o sull’e-learning, una limitazione di crediti formativi, validi per gli aggiornamenti previsti dalla legge, assegnati anche a chi partecipa a generici seminari o assemblee sull’argomento della salute e sicurezza dei lavoratori.

C’è un punto su cui non siamo d’accordo: il ruolo degli Organismi Paritetici che il CIIP neanche cita. In verità lo fa indirettamente togliendoli dall’elenco degli enti abilitati a svolgere la formazione.

Eppure dovrebbe essere acquisito, soprattutto da associazioni di questo livello, il concetto che gli Organismi Paritetici per loro natura (essendo composti dalle parti direttamente investite dalla normativa) hanno, anche sulla formazione, un ruolo importante di filtro e di qualificazione del mercato.

Richiedere la collaborazione a questi organismi, secondo quanto previsto dal comma 12 dell’art.37 del D.Lgs. 81/08, ha un senso se mette in moto una serie di sostegni all’impresa sui temi che stiamo trattando. La collaborazione deve realizzarsi in una verifica della adeguatezza dei programmi, delle modalità dei corsi e della serietà professionale della società scelta; in una valutazione della corrispondenza alle norme dei criteri in possesso dei docenti e sulla congruità dei compensi richiesti.

Questo è quello che fa l’OPRAS.

Certo rimane scoperto il punto dolente dell’individuazione degli Organismi Paritetici “giusti”, cioè quelli che hanno i requisiti previsti dalla lettera ee) dell’art. 2. Ma qui entriamo in un campo che abbiamo più volte trattato e che era stato previsto venisse risolto a livello di Ministero del Lavoro. Stiamo aspettando.

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