Questo è il primo di una serie di articoli settimanali dedicati alla problematica del rumore: nei posti di lavoro, di svago e nelle abitazioni.
L’obiettivo è quello di fare chiarezza in un campo, quello della progettazione acustica, reso sempre più “misterioso” da disinformazione e improvvisazione. Saranno trattati i problemi del rumore nell’Industria, nell’Edilizia e nelle Attività Commerciali per il pubblico.
Il modo migliore per risolvere un problema è… quello di non avere il problema.
Questa affermazione è tanto banale quanto trascurata, con la conseguenza di rendere costoso, quando non addirittura impossibile, l’intervento correttivo necessario a riportare i valori nell’ambito di quanto previsto dalle Leggi.
Si, perché oggi abbiamo molte Leggi, e molta Giurisprudenza, che regolano questo campo, a partire dalla Legge quadro sul rumore fino alla Legge sui requisiti acustici passivi degli edifici (con le successive modifiche e integrazioni): con questi strumenti è più facile, anche se spesso lungo e complesso per i motivi che diremo, rivalersi su chi non rispetta i parametri minimi stabiliti.
Perché è “lungo e complesso”? Perché, essendo il rumore null’altro che energia in movimento attraverso un mezzo (l’aria), la sua misurazione è complessa e si presta a contestazioni; inoltre, la sensazione del disturbo arrecato è soggettiva e quindi non misurabile. In conclusione, le cause di rumore sono annose e spesso più costose della soluzione del problema.
Quindi si torna alla prima affermazione: il problema migliore è quello che non c’è!
Cosa vuol dire prevenzione acustica?
Un Tecnico conosce bene il proprio campo di attività, ma potrebbe non conoscere altrettanto bene le implicazioni acustiche che la sua attività comporta oppure, e forse è peggio, potrebbe sottostimarle, con una conseguente brutta sorpresa una volta consegnato il lavoro.
Facciamo alcuni esempi pratici. Nell’Industria gli ambienti dovrebbero essere predisposti a ricevere i macchinari sia dal punto di vista della qualità delle finiture, le più fonoassorbenti possibile, che degli spazi di rispetto, sufficienti a ricevere, se necessario, gli accorgimenti utili a ridurre la rumorosità. Oggi esistono materiali fonoassorbenti e fonoisolanti che rispondono a tutte le esigenze di sicurezza e igiene. I macchinari, secondo la Direttiva Macchine, devono avere una caratterizzazione acustica che indica, generalmente, la Potenza emessa: questo consente di prevedere con buona approssimazione il livello di rumorosità prodotto dalla somma di diverse sorgenti in un ambiente chiuso e, di conseguenza, di intervenire in via preventiva nella direzione più economica rispetto agli obiettivi acustici (chiusura o schermatura delle sorgenti, trattamento ambientale, altro). Il costo di ogni installazione, se fatto ad ambiente sgombro, è sensibilmente minore perché molto più rapido; a volte gli spazi limitati rendono addirittura impossibile intervenire.
Gli Impianti all’aperto sono un altro punto dolente in cui la prevenzione può essere determinante. Molto spesso capita di subire la rumorosità di un gruppo frigo e sentirsi rispondere: questo è il più silenzioso che esiste, è Certificato! In realtà, e questo è un altro capitolo dolente nel settore dell’Acustica Applicata, i Certificati sono prodotti in Laboratorio in condizioni ideali e ripetibili: purtroppo però tali condizioni non si riproducono nel campo reale, in cui entrano in gioco numerosi nuovi elementi che incidono in modo sostanziale sul valore misurato.
In Edilizia, a seguito della Legge sui requisiti acustici passivi degli edifici, la prevenzione è determinante in primo luogo per gli interessi degli stessi Costruttori, soprattutto perché oggi è disponibile un’ampia Giurisprudenza in merito agli indennizzi che spettano ai Proprietari di appartamenti non rispondenti ai criteri minimi stabiliti. Il costo dei materiali acustici necessari, se previsto in fase progettuale, incide spesso in modo marginale, mentre sono le tecniche applicative che fanno la differenza: un materiale messo male può addirittura peggiorare la resa acustica.
Nelle Attività commerciali per il pubblico, quali locali per la ristorazione o intrattenimento, senza arrivare alle Discoteche che sono un caso a sé, si riscontrano due tipi di problemi, tutti e due risolvibili in modo economico in fase progettuale: il comfort interno e il disturbo arrecato sia dalla stessa attività che dagli impianti esterni.
In conclusione: meglio prevenire che curare!