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Promuovere una “cultura positiva” della sicurezza: la relazione della Commissione parlamentare di inchiesta

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La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, istituita al Senato nel marzo del 2023, ha prodotto la Relazione intermedia sull’attività svolta, approvata all’unanimità dalla stessa Commissione.

Le attività della Commissione si svolgono attualmente in un quadro del fenomeno infortunistico particolarmente critico come si sottolinea  nella Relazione:

Resta comunque impressionante la progressione di episodi non occasionali che hanno determinato la morte o il grave ferimento di un numero elevatissimo di lavoratori impegnati nella prestazione subordinata nelle più disparate dimensioni di impresa, in quasi ogni area del territorio nazionale e a diversi livelli delle filiere produttive. Ciò a dimostrazione di un fenomeno che richiede risposte concrete, diversificate e che si propongano di cambiare lo scenario sia sul versante della prevenzione che su quello della diffusione di una nuova cultura della sicurezza, nonché per la diffusione e disseminazione delle buone prassi sui luoghi di lavoro.

Sin dalle prime battute della Relazione emerge una novità interessante rispetto alla modalità di lavoro delle  Commissioni istituite nelle precedenti legislature, la Relazione include infatti:

l’illustrazione di un progetto per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e la relativa sperimentazione, elaborati sulla base della Convenzione con il Politecnico di Milano.

Le  precedenti Commissioni hanno di prassi svolto  sopralluoghi nei siti interessati da particolari criticità e, dal confronto con i soggetti coinvolti  a livello locale, deducevano sia informazioni specifiche utili a descrivere le condizioni di rischio verificate, sia elementi che venivano offerti alla riflessione dei soggetti istituzionali e sociali per promuovere azioni di prevenzione. Informazioni  che però poco sono state utilizzate e prese in considerazione. Tenendo conto di questo ultimo  aspetto la Commissione del Senato:

ha deliberato di condurre la propria azione in una prospettiva nuova, diretta non solo  all’analisi delle situazioni, ma anche all’elaborazione, attraverso uno studio ed un esame approfonditi, di strumenti di intervento volti a migliorare l’efficienza e l’efficacia del complesso sistema della sicurezza.

Il nuovo approccio metodologico utilizzato ha pertanto puntato alla elaborazione di soluzioni per le questioni emerse. Le audizioni effettuate prevedevano:

  • un primo incontro
  • quindi una seconda fase di interlocuzione finalizzata a raccogliere da parte dei soggetti interessati  “chiarimenti e precisazioni riguardo alle tematiche ritenute di maggior interesse, nonché ad illustrare le soluzioni individuate e le iniziative assunte riguardo le più rilevanti problematiche segnalate”.

Obiettivo quindi non solo redigere documenti di studio e relazioni, ma puntare alla elaborazione di strumenti di concreto intervento volti a migliorare il sistema di sicurezza sui luoghi di lavoro, promuovendo la concertazione con le parti sociali e  l’elaborazione di misure condivise con le istituzioni preposte ai controlli.

Particolare attenzione viene data dalla Commissione alle  funzioni di coordinamento e raccordo esercitate dalle Prefetture, non solo per la loro disponibilità di dati e elementi di conoscenza delle specificità ambientali, ma anche per l’autorevolezza che tali istituzioni possono avere nel promuovere relazioni collaborative tra tutti i soggetti nel territorio.

La necessità di individuare una metodologia di intervento efficace  ed esportabile ha indirizzato la Commissione verso la collaborazione con il Politecnico di Milano con il quale  è stata stipulata una  Convenzione che coinvolge il Dipartimento di ingegneria gestionale, che coordinerà il Progetto di ricerca e sperimentazione, elaborato con la compartecipazione dei Consigli regionale e comunale della Lombardia e di Milano.  Il progetto si sviluppa in una duplice direzione e intende:

  • sia affrontare il difficile sistema di governance che caratterizza innegabilmente la gestione della salute e sicurezza sul lavoro nei territori, considerando la molteplicità dei soggetti che vi intervengono a vario titolo
  • sia  favorire una diffusa cultura positiva della sicurezza.

In sintesi  elemento  centrale del progetto è:

…identificare modi/azioni, diversi da quelli usuali ed ordinari, che presentano l’evidenza di effetto positivo e (da cui) si potranno trarre anche indicazioni di miglioramento per l’indirizzo di politiche di intervento.

L’obiettivo consiste nel conferire particolare rilievo, secondo la program theory, al processo imitativo che allo stato, nonostante la sua funzionalità, viene invece scarsamente utilizzato. L’efficacia del meccanismo imitativo consiglia di procedere con lo studio dei meccanismi, in atto allo stato o attuati in passato, di governance di sistemi complessi da ritenersi ‘di successo’ in ragione degli effetti positivi determinati.

La program theory (Teoria del programma)

Le teorie del programma,  anche denominate modelli logici o teorie del cambiamento (e altri termini leggermente diversi), sono ampiamente utilizzate nella valutazione. Una teoria di programma può essere definita in senso lato come una descrizione visiva e narrativa dei principali input, attività, output e risultati desiderati del programma. Un aspetto centrale di una teoria di programma è la specificazione di come questi sono collegati, ovvero come si presume che le attività e gli output del programma generino i risultati desiderati. Le teorie di programma sono ora comunemente richieste dalle agenzie di sviluppo come parte della pianificazione dei progetti.
Fonte IEG indipendent evaluation group

Milano e la Lombardia saranno  il primo ambito di sperimentazione da cui ricavare elementi di metodo generalizzabili e trasferibili ad altri territori e settori. Punto di partenza nel territorio lombardo l’analisi di due significative positive esperienze nel campo della prevenzione.

  1. Esperienza a Milano, M4

Si tratta dei lavori per la realizzazione della rete della metropolitana M4 che presentavano le tipiche problematiche  dei grandi cantieri, soprattutto di quelli nei quali si registra la compresenza di più imprese e quindi di lavoratori di diverse aziende. In questo contesto si è rilevato il risultato positivo di pratiche volte

sia a rafforzare la cultura della sicurezza che a realizzare una fattiva e proficua collaborazione tra i soggetti coinvolti.

In particolare mediante:

  • la creazione di strumenti collaborativi innovativi volti a promuovere la partecipazione dei lavoratori alle iniziative di programmazione delle azioni di prevenzione; tra cui l’istituzione del Rappresentante di sito  produttivo (RLSSP), con un numero di membri pari al numero delle associazioni sindacali che risultano aderire all’accordo, e lo «sportello sicurezza», utilizzato per le segnalazioni da parte dei lavoratori (che vengono quindi non solo rese possibili ma favorite) di elementi di crisi, legati alla sicurezza sul luogo di lavoro, oggetto di un successivo approfondimento e dialogo (in sede di tavolo di monitoraggio ) tra i lavoratori stessi e le imprese
  • la creazione di un rapporto diretto e collaborativo tra le componenti istituzionali (ispettorato del lavoro, INAIL, INPS, ATS), aziendali, sindacali e sociali interessate dal sistema sicurezza, realizzato attraverso riunioni periodiche finalizzate alla denuncia di questioni nuove, alla individuazione di possibili soluzioni ed alla elaborazione di iniziative condivise volte a rafforzare la cultura della sicurezza
  • la creazione di un tavolo di monitoraggio, convocato con cadenza trimestrale  con la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nel sistema sicurezza, volto a realizzare in maniera piena, oltre la condivisione delle tematiche, la collaborazione ed il coordinamento a cui il protocollo è finalizzato.

Il tavolo di monitoraggio è divenuto il luogo in cui  si discutono le tematiche segnalate allo sportello sicurezza, vengono redatti nuovi protocolli o individuate specifiche pratiche da adottare su temi emergenti, vengono programmate  azioni di monitoraggio e controllo, si individuano  percorsi formativi aggiuntivi o straordinari.  

  • Settore logistica e protocollo legalità nell’ambito degli appalti in regione Lombardia

Obiettivo centrale nel comparto oltre,  l’esigenza di migliorarne le condizioni di lavoro ed i servizi offerti,  la necessità cercando di ”disincentivare comportamenti di intermediazione illecita e di sfruttamento”. A tal fine è stato introdotto uno strumento che è risultato estremamente efficace:

la piattaforma di filiera, attraverso la quale viene operata la profilazione delle imprese e della mano d’opera impiegata. In particolare, le imprese che aderiscono alla piattaforma sono tenute ad inserire la documentazione concernente il loro assetto imprenditoriale ed occupazionale, nonché la loro adesione (compliance) aziendale. In tal modo vi è quindi evidenza della struttura aziendale, della mano d’opera impiegata, della regolarità fiscale e contributiva dell’impresa, dell’adozione del ‘modello 231’ (modello organizzativo di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n.231) e della presenza di un organismo di vigilanza, dell’iscrizione ad una associazione di categoria e, non ultima, della regolarità dei lavoratori e dei rapporti di lavoro.

La piattaforma di filiera permette inoltre la condivisione di dati in possesso di diverse banche dati quali quelle di Inps, Inail e  Camera di commercio favorendo la  condivisione di informazioni utili in particolare per un  efficace controllo della legalità dei contratti di appalto, con una evidente ricaduta positiva sulla sicurezza.

Si tratta, dunque, di un meccanismo che–attraverso la trasparenza dell’assetto imprenditoriale ed occupazionale delle imprese che viene condiviso con l’inserimento nella piattaforma–riduce i fenomeni di illegale intermediazione di mano d’opera e di sfruttamento dei lavoratori favorendo la regolarità dei rapporti di lavoro.

I due casi presi come primo riferimento nel Progetto condiviso in Lombardia sono entrambi casi di successo che hanno previsto l’adozione di strumenti e procedure facilmente  esportabili in altri territori negli  stessi settori edile e logistico:  i  primi due territori individuati  per il trasferimento delle buone prassi sono il cantiere per la realizzazione della linea metropolitana C del comune di Roma ed il settore della logistica della zona di Piacenza.

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