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Rischio di leucemia e altre gravi patologie per gli addetti alla produzione di pesticidi

In una nota del Dott. Marco Bottazzi apparsa sulla Newsletter 9/2014 dell’Inca Cgil, si esamina il rischio di contrarre la leucemia e altre gravi patologie per gli addetti alla produzione e alla formulazione di pesticidi per l’industria e per gli addetti all’agricoltura per l’esposizione a prodotti fitosanitari. Inoltre come tale rischio possa estendersi alla popolazione.

Con il termine di prodotti fitosanitari viene compreso un gruppo eterogeneo di sostanze (principi attivi) che svolgono numerose funzioni (insetticidi/acaricidi, fungicidi ed erbicidi). L’esposizione a queste sostanze è stata associata non solo ad effetti di tipo acuto, ma anche a quelli di tipo cronico, e in particolari effetti cancerogeni, riproduttivi ed anche neurologici.

Esposizione che può riguardare, pure se a dosi più basse rispetto ai lavoratori, anche la popolazione generale. Questo sia perché vive in aree agricole ove i pesticidi sono usati intensamente, o perché ne fa un uso domestico, o perché beve acqua o alimenti contaminati.

L’effetto acuto più diffuso è l’intossicazione, nel 2005 sono state identificate in Italia 520 casi di intossicazione accidentale da fitosanitari (Settimi et al. 2007). Da questo dato emerge come in Italia, e soprattutto in alcune zone, siano ancora presenti intossicazioni acute a dimostrazione di un non corretto utilizzo di tali sostanze.

Inoltre i prodotti sanitari o meglio i principi attivi in essi contenuti possono avere proprietà genotossiche, teratogene, immunotossiche, ormonalmente attive e cancerogene.

Numerosi principi attivi sono stati classificati dalla Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ed altre agenzie nazionali ed internazionali come certi, probabili o possibili cancerogeni, sulla base soprattutto dell’evidenza derivante dagli studi sperimentali su animali da laboratorio. A seguito di queste valutazioni alcune sostanze sono state bandite, o ne è stato limitato l’uso, sia in Europa che negli USA. Per un corretto inquadramento della problematica occorre ricordare come gli erbici fenossiacetici siano talora contaminati dai derivati della diossina; che determina una alterazione dell’immunità cellulomediata.

Uno dei punti cruciali degli studi epidemiologici su tumori e pesticidi rimane la definizione dell’esposizione, data la difficoltà a studiare situazioni in cui l’esposizione è molto complessa e conseguentemente a individuare associazioni con specifiche sostanze. I recenti studi condotti, anche in Italia, sull’argomento hanno cercato di affrontare con nuovi approcci metodologici tali difficoltà. Tali studi hanno messo in evidenza l’importanza dell’uso dei dispositivi di protezione personale (DPI) dato che aumenti di rischio sono stati osservati tra coloro che hanno dichiarato di non aver mai indossato DPI nell’utilizzare erbicidi fenossiacetici (Miligi et al., 2006).

Crescente preoccupazione suscita l’associazione tra tumori infantili ed esposizioni a prodotti fitosanitari derivanti da esposizione residenziale, dall’uso domestico di insetticidi ma anche, come dimostrato in alcuni studi, da esposizione dei genitori nel periodo gestionale o del pre-concepimento.

Per quanto riguarda gli effetti tossico-riproduttivi, è riconosciuto che alcuni pesticidi possono causare difetti alla nascita in animali di laboratorio, ma l’evidenza sull’uomo non è ancora stata chiarita anche se l’esposizione a pesticidi della madre, di tipo ambientale o lavorativo, è stata messa in relazione con la nascita di bambini con difetti agli arti, o difetti orofaciali. L’occupazione materna a pesticidi è stata inoltre associata ad un elevato rischio di aborto spontaneo (Nurminen, 1994)

L’esposizione a pesticidi è stata altresì associata ad un possibile rischio per la fertilità, soprattutto quella maschile. Tale osservazione deriva soprattutto da studi condotti su animali (Traina, 1994).

È stato inoltre osservato: ritardo al concepimento, menopausa precoce, morte fetale e ritardo nella crescita intrauterina.

Infine sono stati osservati gli effetti neurologici. E’ accertato che alcune classi di pesticidi possono produrre neuropatie. Inoltre anche se a tutt’oggi non è stata chiarito se esiste una relazione causale tra esposizione a pesticidi e patologie neurologiche di tipo cronico è stato comunque suggerito che le esposizioni occupazionali a pesticidi possano aumentare il rischio di sclerosi laterale amiotrofica (SLA), malattia di Alzheimer e malattia di Parkinson (PD), (MC Guire, 1997).

In conclusione gli agricoltori possono essere esposti a una varietà di agenti che potrebbero avere effetti negativi sulla loro salute, tra i vari agenti i prodotti fitosanitari rivestono un ruolo importante oltre a poter rappresentare un’esposizioni anche per la popolazione generale. I prodotti fitosanitari comprendono numerose famiglie chimiche con diverse proprietà sia chimiche che tossicologiche, la presenza inoltre di altre sostanze oltre i principi attivi può rappresentare un ulteriore complicazione. Alcuni principi attivi sono stati valutati come cancerogeni e sono stati banditi in Europa e USA. L’evidenza epidemiologica suggerisce una associazione tra tumori ed esposizioni a prodotti fitosanitari anche se, data la complessità della materia, tale evidenza non può definirsi conclusiva.

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Esposizione a fitosanitari e rischio di leucemie
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