Servizio di prevenzione e protezione. Prassi di riferimento Uni e Consiglio Nazionale Ingegneri.

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Ruolo e compiti del Servizio di prevenzione sono temi di attualità a livello comunitario e proposti nel Discussion Paper pubblicato lo scorso mese dall’Agenzia europea per la salute e sicurezza sul lavoro. Il documento comunitario pone in evidenza l’attualità dei seguenti temi:

  • ruolo svolto dai servizi di prevenzione nel contesto di un mondo del lavoro che cambia e l’ipotesi di una sua riorganizzazione e ristrutturazione
  • implicazioni connesse agli aspetti commerciali del servizio relativi alla fornitura e all’accesso (qualità della domanda posta dal mercato, strutture e capacità professionali disponibili e i costi relativi)
  • cambiamenti nelle competenze delle professioni in materia di Ssl, i loro orientamenti e la pratica, e il modo in cui questi potrebbero incidere sulla fornitura, la qualità e l’erogazione del servizio, al fine di garantire la sostanziale conformità ai requisiti in materia di Ssl richiesti nell’Unione Europea.

Avremo modo di affrontare il punto di vista comunitario considerando che siamo ancora al livello di un semplice Discussion Paper. Mentre è utile richiamare l’attenzione su un documento nazionale, frutto della collaborazione tra Uni e Consiglio nazionale ingegneri, attualmente già di riferimento per chi voglia operare conformemente a regole condivise per ora tra i due soggetti autori della Prassi, ma qualificati ad avviare l’iter per la produzione di un documento ancor più vincolante secondo i criteri che regolamentano le Prassi di riferimento Uni.

Prassi di riferimento Uni [1]

Le prassi di riferimento adottate esclusivamente in ambito nazionale, rientrano fra “i prodotti della normazione europea”, come previsti dal Regolamento UE 1025/2012, e sono documenti che introducono prescrizioni tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo ristretto ai soli autori, sotto la conduzione operativa di Uni.

Le prassi di riferimento sono disponibili per un periodo non superiore a 5 anni, tempo massimo dalla loro pubblicazione entro il quale possono essere trasformate in un documento normativo (Uni, Uni/Ts, Uni/Tr) oppure devono essere ritirate.

[1] Prassi di riferimento Uni/Pdr 87:2020

La Uni/Pdr 87, pubblicata nel 2020, bene individua, sulla base del dettato legislativo (D.Lgs. 81/2008, art. 33), l’ampiezza delle attività svolte dal Servizio di prevenzione e protezione: attività di tipo tecnico ma anche gestionale organizzativo e relazionale. Il modello delineato dalla Prassi di riferimento è basato su un “approccio sistemico” che segue la logica del “ciclo di Deming”; le attività sono raggruppate in “aree di intervento”, a loro volta articolate nei compiti che Rspp e Addetti devono svolgere per conto del Dl.

Trattasi di una molteplicità di compiti che vanno dall’analisi dei documenti aziendali, alle visite degli ambienti di lavoro e relative macchine e attrezzature; dalla interazione con i soggetti della organizzazione aziendale alle relazioni con i soggetti pubblici; dalla impostazione del processo valutativo alla redazione del documento di valutazione dei rischi; dalla progettazione di interventi informativi e formativi alla realizzazione degli stessi così come riportato nel quadro sinottico dei processi e delle attività.

Le attività del Spp, secondo gli estensori della Prassi, “possono essere organizzate e strutturate per processi”, di tale approccio se ne dà inoltre un lettura coerente con il ciclo PDCA di Deming seguendo le quattro fasi in cui questo si sviluppa: Pianificazione (Plan), Attuazione (Do), Verifica (Check), Azione (Act).

I sei processi fondamentali all’interno dei quali sono organizzate le aree di intervento e le attività

  1. Analisi e verifica del contesto organizzativo, dei requisiti legislativi e della documentazione (Plan)
  2. Pianificazione (Plan)
  3. Attuazione, controlli operativi e verifiche (trattamento del rischio) (Do)
  4. Gestione delle procedure organizzative e degli istituti relazionali (Do)
  5. Riesami e valutazioni prestazionali (Check)
  6. Miglioramento continuo (Act)

La Prassi fornisce interessanti strumenti operativi: la Tabella 3 “Approccio per processi alle attività tipiche del Spp”, fornisce il quadro complessivo in cui tutti i compiti e le attività del Servizio vengono ricondotti alle sei aree di intervento, ai sei processi e alle quattro fasi del Ciclo di Deming.

Un ulteriore strumento operativo della Prassi sono le “Indicazioni metodologiche per la determinazione dell’impegno annuo di un servizio di prevenzione e protezione aziendale”. L’impegno dipende ovviamente da vari fattori, di cui vanno considerate le caratteristiche specifiche proprie dell’azienda; ciò detto dimensione aziendale e livello del rischio aziendale rappresentano due fattori di prioritaria importanza e di interesse per tutte le aziende. Il documento individua pertanto quattro livelli di impegno così definiti:

Tabella prevenzione e protezione

Mentre la matrice, di cui alla tabella 5 della Prassi, tenendo conto della dimensione e del livello del rischio, identifica il relativo livello di impegno minimo annuo.

Un terzo strumento operativo è rappresentato dalla “Appendice – Stima dell’impegno annuo previsto per lo svolgimento delle attività di un servizio di prevenzione e protezione” che “fornisce a titolo puramente esemplificativo e non esaustivo lo schema di calcolo dell’impegno annuo previsto per lo svolgimento delle attività di un servizio di prevenzione e protezione”.

La Prassi Uni fornisce quindi indicazioni pratiche per l’istituzione e la gestione del Servizio di prevenzione e protezione, nel rispetto delle disposizioni di cui alla legislazione comunitaria e nazionale di recepimento attualmente in vigore.

Il Discussion Paper dell’Agenzia di Bilbao si pone invece di fronte alla necessità di valutare l’efficacia della legislazione comunitaria, tenendo conto dei considerevoli cambiamenti che dal ’89 (anno di emanazione della Direttiva Quadro che all’art. 7 introduceva disposizioni in merito al Servizio di prevenzione e protezione) hanno interessato il mondo del lavoro, sia per gli aspetti organizzativi (si pensi solo alla diffusione dello smart working e delle piattaforme), sia per le radicali innovazioni tecnologiche introdotte nelle imprese (Information and Communication Technologies/digitalizzazione). Un documento, quindi, quello dell’Agenzia su cui val la pena di riflettere e di cui parleremo prossimamente.

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