Repertorio Salute

repertorio salute OPRAS organismo paritetico ambiente e sicurezza

Settore porti, navigazione, pesca e ferrovie: procedimento di infrazione?

porti ferrovie trasporti pexels-pixabay-262353

La rivista Ancora in Marcia [1],  ha assunto un’iniziativa davvero meritevole di lode denunciando il Governo italiano per la mancata adozione dei decreti attuativi previsti dall’Art. 3 del D.Lgs. 81/2008.  

Decreti mediante i quali il nostro Paese avrebbe dovuto provvedere a dettare le disposizioni necessarie a consentire il coordinamento, con la disciplina del D.Lgs. 81/2008,

della normativa relativa alle attività lavorative a bordo delle navi di cui al D.Lgs. 271/1999, in ambito portuale, di cui al D.Lgs. 272/1999, per il settore delle navi da pesca di cui al D.Lgs. 298/1999 e l’armonizzazione delle disposizioni tecniche di cui ai titoli dal II al XII del medesimo decreto (D.Lgs. 81/2008) con la disciplina in tema di trasporto ferroviario contenuta nella L. 191/1974 e relativi decreti di attuazione [2].

La nostra rivista [3], assieme ad un gruppo di cittadini, lavoratori e associazioni ha presentato alla Commissione Europea una denuncia per il mancato recepimento delle direttive riguardanti la salute e la sicurezza sul lavoro e chiesto l’avvio di una procedura di infrazione.
In sintesi, dopo 16 anni dall’approvazione del Decreto Legislativo 81 del 2008, nei settori, porti, navigazione, pesca e ferrovie, ancora non sono pienamente applicabili le norme di tutela di fonte comunitaria in esso contenute ma restano in vigore leggi obsolete, addirittura precedenti all’approvazione della Direttiva europea 89/391 sulla materia.
A causa della mancata adozione dei decreti di coordinamento e armonizzazione nel settore ferroviario, ancora oggi si applicano – incredibilmente – norme dei decreti del 1955 e 1956 e leggi del 1974 e 1979.

Le carenze del quadro legislativo relativamente ai settori della pesca, delle navi, dei porti e ferroviario sono state ripetutamente denunciate, in questi anni, e più volte sollecitati i Ministeri competenti, e responsabili dell’ingiustificato ritardo (16 anni dall’emanazione dell’81 e 24 dall’emanazione della Direttiva Quadro) dalle Organizzazioni sindacali confederali e di settore, dalle Regioni e da società di esperti e tecnici della prevenzione [4].

Ma l’iniziativa di Ancora in Marcia ha tutt’altro peso, rivolgendosi direttamente alla Commissione europea la denuncia:

  • evidenzia che le attività lavorative interessate, data la loro natura e la loro complessità, presentano numerosi e specifici fattori di rischio, nonché indicatori infortunistici elevati e non trascurabili, tali da richiedere un intervento urgente della Commissione Europea
  • pone il problema del mancato recepimento della Direttiva Quadro in materia di salute e sicurezza, (Direttiva 89/391) con rifermento ai quattro settori del trasporto interessati, non avendo ancora inserito correttamente in modo completo ed efficace nel proprio diritto interno i principi, le norme e le regole di tutela derivanti da quelle comunitarie, contenute nella stessa Direttiva per i lavoratori dei settori sopra citati
  • dimostra come in Italia i cittadini impiegati nelle attività lavorative a bordo delle navi, in ambito portuale e per il settore delle navi da pesca e del settore ferroviario non sono tutelati adeguatamente secondo i principi e le norme contenute nella Direttiva 89/391
  • chiede l’intervento della Commissione europea per verificare se l’Italia relativamente al recepimento della normativa sulla salute e sicurezza dei lavoratori dei settori porti navi pesca e ferrovie non abbia violato gli obblighi di appartenenza all’Unione europea
  • in caso affermativo si chiede – ai sensi della Comunicazione della Commissione, (2017/C 18/02) – di intervenire applicando la legislazione Ue in merito a eventuali violazioni delle norme e avviare procedura di infrazione, se necessario, e deferire il caso alla Corte di giustizia europea qualora ne ricorrano le condizioni.

Considerando la gravità del caso ci auguriamo che anche chi non abbia assunto tale iniziativa in prima persona la possa condividere, in termini di responsabilità, come auspicano gli estensori della denuncia:

Siamo convinti che questa denuncia, se raccolta e sostenuta da tutti i soggetti interessati realmente alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, parlamento e parlamentari, partiti, regioni (in primis la Lombardia coordinatrice per la sanità nell’ambito della Conferenza delle Regioni), sindacati nazionali, Asl, Ispettorato Nazionale del lavoro, associazioni di volontariato e professionali, istituzioni scolastiche e di ricerca, organi di informazione, ecc., possa rappresentare uno stimolo per offrire al nostro Paese una legislazione al passo coi tempi. 

16 anni di rinvii e di ritardo
  • D.Lgs 81/2008
    prevedeva per l’adozione dei decreti un termine di dodici mesi
  • L. 1/2009
    ha previsto una prima proroga da 12 a 24 mesi.
  • L. 25/2010
    ha previsto una seconda proroga da 24 a 36 mesi.
  • L. 122/2010
    ha previsto una terza proroga da 36 a 48 mesi.
  • L. 101/2012
    ha previsto una quarta proroga apparentemente di 55 mesi, ma in realtà il rinvio risulta essere a tempo indeterminato, poiché la stessa legge, contiene la formula “Fino all’emanazione dei decreti di cui al comma 2” con la quale di fatto lo Stato italiano ha rinviato sine die la completa applicabilità del D.Lgs. 81/2008 e la sopravvivenza delle norme precedenti.

Va inoltre ricordato che, pur appartenendo la rivista Ancora in Marcia al settore ferroviario, gli estensori della denuncia hanno ritenuto di promuovere l’iniziativa anche per gli altri tre comparti  dei trasporti, in presenza delle medesime violazioni di diritti e simili condizioni lavorative e di rischio.

In merito alle problematiche specifiche dei quattro settori è utile ricordare il documento Ciip del 2021, che alleghiamo, mediante il quale la Consulta sollecitava il Governo alla emanazione dei decreti in questione e si rendeva disponibile insieme alle Associazioni in essa rappresentate a partecipare a tavoli di lavoro “che possano colmare le lacune da tempo evidenziate sulla imprescindibile tematica della sicurezza salute e sostenibilità nel nostro Paese”. La lettera venne inviata nell’aprile 2021 ai ministri della Sanità, Lavoro, Infrastrutture, Grazia e Giustizia e al Presidente della Conferenza delle regioni e P.A.


NOTE

[1] Ancora in Marcia è una rivista curata da un gruppo di ferrovieri, unitamente ad un gruppo di cittadini, lavoratori e associazioni.

[2] D.Lgs.81/2008, Art. 3 comma 2.

[3] Ancora in Marcia ha pubblicato, nel numero della rivista del 16 aprile scorso, il testo della denuncia con le relative motivazioni.

[4]Vedi il Documento della consulta interassociativa italiana per la prevenzione – Ciip del 2021, mediante il quale è stato sollecitato il Governo alla emanazione dei decreti in questione.

Lascia un commento