La Consulta interassociativa italiana per la prevenzione (Ciip) rilancia il tema dello stress rendendo disponibile un documento di consenso dal titolo: Dallo stress lavoro-correlato alla prevenzione dei rischi psicosociali, frutto del lavoro di un Gruppo istituito negli anni (2014) successivi all’entrata in vigore dell’obbligo di valutazione e all’emanazione delle Indicazioni metodologiche della Commissione consultiva permanente (2010). La Consulta ha inoltre nel 2011 pubblicato un “Documento Interlocutorio” che
offriva una ricognizione ragionata su metodi e strumenti disponibili e poneva l’attenzione sulle misure di intervento collettive e individuali da attuare per prevenire lo stress lavoro correlato.
La necessità di mantenere alta l’attenzione al tema è motivata, dagli autori del documento, dalle condizioni di criticità che attualmente caratterizzano il mondo del lavoro e la società nel suo complesso. Condizioni che
hanno contribuito ad elevare l’attenzione nei confronti dei cambiamenti organizzativi e sociali anche sul lavoro e ad attivare interventi di supporto in azienda per singoli e gruppi di lavoratori, opportunità e necessità che deve essere mantenuta come integrazione della gestione dello stress lavoro correlato.
Alcuni dati
- Il 97% delle aziende ha assolto nel nostro Paese l’obbligo di valutazione del rischio stress lavoro correlato.
- Nell’88% dei casi ha adottato la metodologia INAIL.
- Il 16% delle aziende ha riscontrato il rischio stress lavoro-correlato
- Tale condizione di rischio è risultata presente in forma maggiore nelle aziende ad alta complessità organizzativa (29% delle imprese tra 250 e 999 lavoratori) dei settori sanità e assistenza sociale, PA difesa e istruzione, manifatturiero.
- Il rischio stress lavoro correlato è stato maggiormente rilevato dove erano stati identificati correttamente i gruppi omogenei di lavoratori e dove erano presenti specifiche professionalità (psicologi) alla guida della valutazione.
- Il 42% delle aziende, al di là del rischio stress rilevato, ha adottato misure di prevenzione in esito alla valutazione preliminare o approfondita.
Fonte: Piano di monitoraggio e di intervento per l’ottimizzazione della valutazione e gestione dello stress lavoro-correlato. Progetto Ccm, Atti del Convegno 2016.
Con riferimento ai dati emersi dal monitoraggio (realizzato mediante il Progetto Ccm) il Gruppo di lavoro ritiene che questi hanno confermato l’efficacia della metodologia della Commissione Consultiva e, nel contempo, promosso l’utilizzo della “valutazione approfondita” (che prevede un migliore coinvolgimento dei lavoratori) quale “strumento di verifica della valutazione preliminare”.
Di estremo interesse sono tuttavia le perplessità che vengono dichiarate in merito
all’efficacia del metodo di valutazione del rischio stress lavoro correlato in Italia,
perplessità evidenziate da ricercatori e soggetti sociali[1] negli scorsi anni, ma che si deducono anche dai dati del monitoraggio se si considera che solo il 16% delle aziende ha riscontrato il rischio stress lavoro-correlato di quel 97% di aziende che ha assolto l’obbligo di valutazione.
Piano di monitoraggio UIL – 2014
Coinvolgimento degli Rls
Da un’attività di monitoraggio condotta dalla Uil a livello nazionale nel 2014 tra Rls di tutti i settori produttivi risultava:
- che ben il 30% degli Rls intervistati dichiara di non essere stato coinvolto in alcun modo nella valutazione Slc
- per il restante 70%, che risponde di essere stato coinvolto come Rls, il 47% fa riferimento alla riunione periodica
- solo l’11 % indica di essere stato coinvolto sia nell’ambito della riunione periodica che di altre riunioni.
- mentre coloro che dichiarano di essere stati coinvolti nella realizzazione dell’intero percorso di valutazione del rischio Slc sono solo il 23% del totale.
Coinvolgimento e partecipazione dei lavoratori
- il 53% afferma che non vi è stato alcun tipo di coinvolgimento dei lavoratori
- tra i lavoratori che hanno partecipato alla valutazione Slc questi, nel 57% dei casi, sono stati “informati prima della valutazione”
- e nel 17% dei casi “informati dopo la valutazione”,
mentre solo il 10 % del totale degli intervistati è stato coinvolto in momenti specifici nel processo di valutazione.
Ma quali sono, oggi, le perplessità indicate nel documento Ciip? Val la pena di elencarle e considerarle perché a esse sono legate le proposte e gli strumenti, resi disponibili dal Gruppo di lavoro, finalizzati a correggere la tendenza che, non si può negare, va verso una diffusa sottovalutazione del problema, in un momento in cui invece le condizioni economico sociali e lavorative chiedono tutt’altro. Perplessità tutte davvero condivisibili.
Il documento della Consulta fa riferimento alla mancata o limitata:
- cultura del benessere da parte di molte aziende (sottovalutazione del problema, difensivismo, paura di contenziosi medico-legali, burocratismo)
- adozione dell’Accodo Quadro SLC come strategia di miglioramento dell’efficienza delle aziende (art.1 com3) e partecipazione dei lavoratori nella ricerca delle soluzioni (art4. com3)
- valorizzazione delle competenze, conoscenze interne all’impresa e frequente affidamento ad esterni della VDR
- attivazione di strumenti di ascolto e partecipazione informata e formata di lavoratori e RLS
- coinvolgimento dei medici competenti
- corretta identificazione ed analisi per gruppi omogenei, specificità, mancato coinvolgimento degli RLS
- attenzione ai problemi man mano rilevati e scarsa attitudine alle soluzioni (ergonomiche, formative, organizzative) dei problemi individuati
- attenzione agli aspetti di progettazione, organizzazione, gestione del lavoro e predilezione per interventi di prevenzione rivolti al singolo ed al sostegno delle sue capacità di far fronte allo stress.
D’interesse anche l’affermazione contenuta nel documento per cui, secondo gli autori e componenti del Gruppo di lavoro,
Al di là di posizioni personali, le esperienze in cui si attuano entrambi i tipi di valutazione (preliminare e approfondita) consentono un’analisi più completa della condizione di rischio dei lavoratori e li coinvolgono nell’identificazione delle misure di prevenzione e delle priorità di intervento.
Affermazione che apre al superamento di una posizione appiattita sulle Indicazioni metodologiche della Commissione consultiva, che prevede per la valutazione approfondita (che comporta un coinvolgimento più significativo dei lavoratori) solo un’attuazione subordinata ai risultati della valutazione preliminare e non una contemporaneità dei due momenti.
Nel merito della valutazione dello Stress le proposte di integrazione e modifica dell’attuale metodologia riguardano le aree di analisi del rischio che vengono integrate proprio con quei fattori di rischio di carattere psicosociale che sono emersi significativamente nell’ultimo decennio: lo schema che segue ben sintetizza le proposte riassunte in un quadro facilmente comprensibile.
Ribadendo che la valutazione “richiede l’impegno di tutta l’azienda, a partire dalla direzione che progetta e gestisce l’organizzazione del lavoro favorendo la partecipazione ed il feedback da parte dei lavoratori per aiutare a determinare l’efficacia delle misure di prevenzione”, per quanto riguarda le fasi queste sono individuate come segue:
- mappatura preliminare per la gestione dei rischi psicosociali, con indicazione di alcuni strumenti di ricognizione generale quali la Checklist per la valutazione ergonomica degli ambienti di lavoro integrata stress lavoro correlato e fattori psicosociali, la Lista di controllo per l’analisi dei fattori psicosociali nell’organizzazione – PSAC Psycho-social Assessment Checklist, la Scheda Rischi Psicosociali in Azienda
- individuazione dei gruppi omogenei con interessanti indicazioni per la costituzione di un Gruppo omogeneo per ruolo /leadership (per coloro che svolgono un ruolo di responsabilità) e molto importante l’indicazione di costituire un Gruppo omogeneo lavoro agile ove presente questa modalità di lavoro
- individuazione metodi e strumenti di valutazione, prevedendo una integrazione di metodi e strumenti oggettivi e soggettivi di valutazione, si dovrà tenere conto nella scelta degli strumenti anche di ulteriori elementi quali ad esempio l’esposizione a condizioni di rischio “elevate” (sanità), presenza di fattori aggiuntivi per tutti/alcuni gruppi di lavoratori (ad es. tecnostress, aggressioni), complessità organizzativa (ad es. Pmi ), fase di cambiamento in cui si trova l’organizzazione (es. rientro massiccio dal lavoro agile), esito delle valutazioni precedenti
- Piano di valutazione che deve prendere in considerazione tutti i fattori di contenuto e di contesto e deve inoltre considerare, mediante l’utilizzo di strumenti specifici (Check List Cambiamenti, Valutazione del rischio stress lavoro correlato – dimensione tecnostress), fattori aggiuntivi quali ad esempio i cambiamenti e il tecnostress.
Gli strumenti di valutazione
Il gruppo di ricerca dà in merito indicazioni per cui:
“Un ideale processo di valutazione dovrebbe prevedere l’uso di almeno due strumenti di valutazione diversi da somministrare ai medesimi soggetti:
- uno strumento di tipo “qualitativo” (focus group, intervista libera, ecc.), capace di far emergere elementi importanti inizialmente non rilevabili attraverso gli strumenti “quantitativi”
- uno strumento di tipo “quantitativo” (check list, questionari di auto-valutazione, interviste strutturate, ecc.) in grado di garantire il rigore della valutazione”.
L’utilizzo di due strumenti diversi serve per migliorare la completezza delle informazioni raccolte e per verificare eventuali incongruenze.
- Intervista semi-strutturata per pmi
Il percorso proposto dal documento Ciip in merito a valutazione e gestione del rischio stress correlato al lavoro si conclude con le necessarie indicazioni per ridurre e prevenire il rischio e con interessanti approfondimenti relativi al tecnostress (tabella con esempi di interventi correttivi e di miglioramento) e alla fatica mentale: Quali suggerimenti per contrastare la monotonia? Quali suggerimenti per contrastare la ridotta vigilanza? Quali suggerimenti per contrastare la saturazione mentale?
Un ulteriore interessante elemento ben esplicitato dal documento Ciip, con riferimento alla valutazione e all’uso degli strumenti di valutazione, è quello delle professionalità coinvolte nel processo di valutazione dello stress correlato al lavoro:
In caso di assenza di figure interne esperte e abilitate (cioè iscritte all’apposito albo professionale), è d’obbligo riferirsi all’art. 31, comma 3 del D.lgs. 81/2008, in quanto occorre “avvalersi di persone esterne alla azienda in possesso delle conoscenze professionali necessarie.
NOTE
[1] Significativi i dati del Monitoraggio condotto dalla Uil a livello nazionale nel 2014.