Dal 2011 l’INAIL ha reso disponibile una metodologia per la valutazione e gestione del rischio stress lavoro-correlato, con relativo aggiornamento, sulla base degli sviluppi di ricerca, nel 2017. Considerate le diverse evidenze, sia a livello comunitario [1] che nazionale, relativamente alle peculiarità con cui questo rischio si manifesta nel settore sanitario e alla sua frequenza e gravità, il Laboratorio rischi psicosociali e tutela dei lavoratori vulnerabili del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Istituto, ha indirizzato la ricerca e sviluppato un “modulo contestualizzato al settore sanitario”, coerente con la metodologia INAIL.
In particolare, i risultati delle due rilevazioni dell’Indagine nazionale sulla salute e sicurezza sul lavoro, Insula-INAIL, 2014-2021, hanno evidenziato la presenza di percezioni di esposizione ai rischi differenziate per settore di attività, individuando nel settore sanitario una maggiore esposizione al rischio Slc.
Nell’attività di ricerca e sperimentazione il Laboratorio rischi psicosociali dell’INAIL ha avuto la collaborazione di tre grandi strutture sanitarie dislocate sul territorio nazionale, ciascuna costituita da circa 3.000 dipendenti: l’Azienda ospedaliero universitaria Ospedali riuniti di Ancona, l’Azienda sanitaria locale di Collegno e Pinerolo Torino 3, l’Azienda socio-sanitaria territoriale di Cremona.
Mentre il percorso metodologico, nelle sue fasi e negli approcci che lo caratterizzano (anche quindi con i limiti imposti dal riferimento legislativo) [2], rimane quello proposto nella versione del Manuale del 2017, la contestualizzazione al settore sanitario ha riguardato “specificatamente l’integrazione degli strumenti di valutazione e le relative modalità di calcolo, l’adattamento delle fasce di rischio, la contestualizzazione lessicale delle spiegazioni degli indicatori e degli esempi di intervento. In particolare la Lista di controllo originaria è stata integrata con indicatori aggiuntivi sensibili per il settore: sono stati aggiunti nuovi indicatori sia negli Eventi sentinella che nelle aree di Contenuto e di Contesto del lavoro.
Per quanto riguarda l’area Contenuto del lavoro la dimensione Orario di lavoro è stata integrata con due indicatori aggiuntivi; mentre nell’area Contesto del lavoro, le dimensioni Funzione e cultura organizzativa e Rapporti interpersonali sul lavoro sono state integrate rispettivamente con tre e due indicatori.
Il Questionario
La valutazione approfondita per il settore sanitario prevede una parte “standard”, che comprende i 35 item del Questionario strumento indicatore Management Standard ed una seconda parte per la misura dei rischi specifici del settore.
Gli strumenti contestualizzati prevedono due versioni, una per il personale sanitario (30 item) ed una per il personale amministrativo (15 item).
Il modello integrato presenta inoltre strumenti specifici per il settore per l’individuazione delle misure correttive quali:
- i focus group, considerata una tecnica utile a favorire l’individuazione di interventi correttivi specifici. In Appendice 5 e 6 troviamo la Scheda di supporto alla conduzione dei focus group per l’approfondimento dei risultati della valutazione del rischio preliminare e approfondita e la proposta di azioni di intervento.
- la “Scheda di supporto al Gruppo di gestione per l’identificazione degli interventi correttivi e/o preventivi”, in Appendice 7, il cui obiettivo è aiutare il Gruppo di gestione nella individuazione delle misure correttive e degli interventi di miglioramento applicando criteri di fattibilità.
Il tema dei rischi psicosociali nel settore della sanità è stato recentemente affrontato anche nell’ambito del convegno promosso dalla Consulta interassociativa (Ciip) l’11 marzo scorso, dal titolo “Violenze contro operatori sanitari e socio-sanitari. Oltre l’indignazione alcune proposte per la salute e sicurezza dei lavoratori”. Il tema delle violenze, oltre a coinvolgere un numero rilevante di lavoratori che subiscono fisicamente le aggressioni, interessa tutti i lavoratori del settore a causa dell’ansia e del timore che la presenza di tale rischio, se non riconosciuto e gestito dalla dirigenza, comporta.
Contestualizzare al settore le azioni previste dal Piano di prevenzione nazionale e dai Piani regionali, utilizzando il modello d’intervento noto come Piano mirato, individuare soluzioni adeguate di carattere organizzativo e gestionale: sono tra i temi evidenziati nel corso dell’incontro, cui ben risponde il recente Manuale pubblicato dall’INAIL di cui sopra.
Le aggressioni sul lavoro: alcuni dati
Nel quinquennio 2015-2019, nella Sanità sono stati quasi 11 mila i casi di aggressione una media di oltre 2 mila casi l’anno:
- il 41% dei casi concentrato nell’Assistenza sanitaria (ospedali, case di cura, studi medici),
- il 31% nei Servizi di assistenza sociale residenziale (case di riposo, strutture di assistenza infermieristica.
Gli eventi hanno riguardato donne:
- nell’assistenza sanitaria per il 61%
- nei servizi di assistenza sociale residenziale per l’81,5%
- nell’assistenza sociale non residenziale per il 78,6%
Nelle aggressioni, nove casi su dieci provengono da persone esterne alla struttura di appartenenza e il restante 10% tra dipendenti della stessa.
Infermieri (45,2%), Professioni qualificate nei servizi sanitari (16,3%, Portantini e professioni assimilate (6,7%) sono le prime tre qualifiche professionali interessate dalle aggressioni.
Fonte: “La valutazione dei fattori di rischio lavorativo nel settore sanitario e il loro impatto sulla salute e sicurezza degli operatori: il progetto CCM” , intervento di Giuseppe Campo, ricercatore INAIL.
NOTE
[1] Report Human health and social work activities – Evidence from the European Survey of Enterprises on New and Emerging Risks (ESENER). Vedi articolo pubblicato su Repertorio salute nel mese di marzo.
[2] Il D.Lgs. 81/2008 prevede che la valutazione del rischio stress lavoro correlato venga effettuato nel rispetto delle Indicazioni elaborate dalla Commissione consultiva permanente. Il ministero del lavoro ha emanato nel novembre 2010 una circolare, con riferimento all’obbligo di cui al Testo unico, per la diffusione delle Indicazioni della Commissione consultiva. Indicazioni che contengono parecchi limiti, ma particolarmente critico è quanto previsto dalla procedura che esclude dalla valutazione preliminare la valutazione della percezione dei lavoratori, la quale viene presa in considerazione solo nella successiva ed eventuale valutazione approfondita.