Technogym: premio aziendale ai lavoratori che lavorano in sicurezza

technogymIn Technogym, l’azienda leader nella realizzazione di attrezzature per il fitness fondata da Nerio Alessandri, la filosofia e il modo di fare business si fondano su una profonda dedizione ai concetti di Wellness, innovazione e responsabilità sociale. Dall’applicazione di questi valori è nato un progetto pilota di cui oggi si può fare un bilancio decisamente positivo: in dieci anni gli infortuni sono diminuiti di due terzi. Nel  2003 il contratto aziendale, poi confermato nel 2007, fissava un premio aziendale in caso di calo degli incidenti da corrispondere ai sorveglianti. Ovvero, questa la grande novità, ai lavoratori stessi.  Oggi si tirano le fila: l’indice di frequenza e di gravità degli infortuni è sceso di due terzi in dieci anni e il premio è stato pagato.  L’esperimento è riuscito perfettamente innescando una catena virtuosa: le numerose segnalazioni dei lavoratori hanno attivato il comparto che gestisce il sistema delle linee di montaggio, che ha migliorato e assicurato i processi.  Ne hanno guadagnato tutti, azienda e lavoratori.

Questo caso dimostra senza dubbio che portare sicurezza nei luoghi di lavoro è davvero possibile se si coinvolgono i diretti interessati e che il modo migliore per coinvolgerli non è la sanzione, ma l’incentivo, anche economico.
Ci auguriamo che questo modello possa fare scuola e che aziende, sindacati e lavoratori siano disposti ad investire in risorse e partecipazione.

Ogni azienda può decidere a cosa agganciare premio aziendale. La Technogym, la cui filosofia è il wellness life style e il benessere e la sicurezza dei clienti, ha quindi coerentemente deciso di adottare lo stesso  approccio ai propri lavoratori.
Per questo alla Technogym è stato deciso di legare il meccanismo premiante alla sicurezza. L’idea è stata frutto di «un percorso iniziato nel 1997 e segnato da diversi passaggi attraverso i quali abbiamo cercato di avvicinarci progressivamente all’obiettivo dell’eliminazione dei rischi – ricorda Francesca Rocculi che in azienda si occupa di sicurezza – Il primo strumento è stato la redazione delle istruzioni operative che hanno costituito un riferimento sui buoni comportamenti per gli operatori dell’epoca».

Le informazioni sono state divulgate e condivise con tutti i lavoratori chiamati a portare un loro contributo sui temi della qualità, della produttività e degli infortuni.
Fino ad arrivare al 2003 quando è stato firmato il primo contratto integrativo aziendale in cui il premio è stato agganciato alla sicurezza e alla segnalazione di pericolo e incidente.

Spiega Roberto Laureti, direttore dell’area sicurezza: «Il valore che viene tenuto sotto controllo in questo caso particolare è l’indice di frequenza e di gravità degli infortuni. Il nostro sistema di gestione prevede che la nostra area abbia il controllo e il governo di qualsiasi cosa accada negli stabilimenti così come negli uffici».
«La sicurezza vera e propria sono gli operatori a farla – aggiunge Laureti -. Sono loro che devono essere a conoscenza dei rischi sulla linea e nel montaggio. E sono sempre loro che devono comunicarli. Per questo motivo negli stabilimenti abbiamo dei moduli che vengono compilati con le segnalazioni e messi nelle urne che verifichiamo ogni settimana. Oppure vengono consegnati al capo area. Oppure le segnalazioni vengono fatte sull’intranet aziendale».  All’inizio, ricorda Laureti «ne arrivavano decine a settimana, adesso molte di meno, anche perché di volta in volta abbiamo cercato di intervenire per ridurre i rischi e i pericoli segnalati dai lavoratori».
In dieci anni questo sistema ha consentito di «ridurre di due terzi l’indice di frequenza e gravità degli infortuni».

Il miglioramento sulla sicurezza però non è mai abbastanza, bisogna tenere sempre alta l’attenzione perché basta davvero poco, anche una piccola distrazione, per fare perdere ciò che è stato conquistato con il lavoro di molti anni.

 

Fonte: Quotidiano Sicurezza

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