Un salto nel vuoto: il rischio di caduta dall’alto nelle operazioni di costruzione e manutenzione delle serre

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“Un salto nel vuoto: il rischio di caduta dall’alto nelle operazioni di costruzione e manutenzione delle serre” è il titolo del convegno che si è svolto il 7 giugno scorso a Terlizzi (Bari), organizzato dalla Asl di Bari e dalla Regione Puglia, con il patrocinio di Fodaf [1] Puglia, INAIL, Snop, Comune di Terlizzi e Asl di Taranto.

I promotori dell’iniziativa (Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro della Asl di Bari) intendono in questo modo far emergere una particolare criticità del comparto che – nonostante il numero significativo di aziende che producono in coltivazione protetta e di infortuni, spesso con esiti mortali, connessi a tale attività – vede “completamente ignorato” il rischio di cadute dall’alto nelle operazioni di costruzione e manutenzione delle serre.

In Italia la coltivazione in serra rappresenta l’attività agricola più diffusa (52.000 ettari la superficie destinata a colture protette, principalmente nelle regioni meridionali) mediante le due diverse tipologie di serre mobili stagionali e serre fisse, le quali presentano caratteristiche costruttive molto diverse e sono quindi regolamentate da diverse disposizioni di carattere costruttivo sia nazionali (DPR 380/2001) che regionali.

Tipologie di serre

Serre mobili stagionali (non professionali), sprovviste di strutture in muratura e funzionali allo svolgimento dell’attività agricola.

Rientrano nell’edilizia libera ai sensi dell’articolo 6, comma 1, lettera e), del DPR 380/2001[2]

Serre fisse destinate a colture protette (professionali), normalmente con condizioni climatiche artificiali e pertanto con strutture e coperture stabili.

Costituiscono attività di nuova costruzione ai sensi dell’art. 3 comma 1 lettera e) del DPR 380/2001. Le stesse, non rientrando in edilizia libera, sono assoggettate a permesso a costruire e al titolo abilitativo edilizio.

Rischi principali – come evitarli o ridurli? [3]
  • Ricorrere ad attrezzature meccaniche per evitare la movimentazione manuale dei carichi pesanti (esempio sistemi a ruote, muletti, transpallet.).
  • All’interno delle serre devono essere presenti sufficienti spazi per consentire al personale di movimentare correttamente le piante in vaso, le attrezzature ed altri materiali necessari alla coltivazione in serra.
  • Le zone di passaggio devono essere pianeggianti, prive di buche o dossi e realizzate in modo da eliminare i rischi da scivolamento dovuti alla presenza di acqua sul fondo.
  • Le parti pericolose di tutte le apparecchiature, in particolar modo le ventole di immissione/estrazione aria, gli aerotermi ed eventuali organi di trasmissione di altre apparecchiature, devono essere adeguatamente protette e non raggiungibili dall’operatore.
  • Tutte le strutture metalliche devono essere collegate all’impianto di messa a terra (che sarà rispondente alla norma).
  • Mantenere sotto controllo il microclima in serra, con rilievi strumentali di alcuni parametri climatici (la temperatura, l’umidità e la velocità dell’aria) che determinano gli indici “di benessere.
  • Privilegiare le attività da svolgere sul lato meno esposto alla radiazione solare.
  • Devono essere previste idonee aperture di ventilazione e attorno alla caldaia deve esserci uno spazio adeguato per operare agevolmente durante gli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione.
  • In caso di copertura non ignifuga, deve essere disponibile un numero di estintori ritenuto sufficiente.
  • Le uscite di sicurezza devono avere l’apertura nel senso dell’esodo ed essere dotate di maniglione antipanico (ove siano presenti elevato affollamento e rischio di incendio significativo).
  • Tenere la cassetta di primo soccorso sempre pronta, accessibile e completa di presidi.
  • Ma il rischio con più gravi conseguenze nel lavoro in serra è il rischio di caduta dall’alto che si presenta in particolare durante le operazioni di stesura e raccolta dei teli ombreggianti, di sostituzione di vetri o del film plastico di copertura: in generale le operazioni di copertura delle serre costituiscono, nelle varie fasi, un’attività fortemente a rischio per la sicurezza.

Il rischio di caduta dall’alto (tra le prime cause di morte sul lavoro)

Art. 107 del D.Lgs. 81/2008 – Attività lavorativa che espone il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad altezza superiore a 2 metri rispetto ad un piano stabile.

Esempio di infortunio
Circostanze e dinamiche attinenti l’infortunio

Il giorno dell’infortunio gli operai dovevano sostituire il telo di copertura del deposito nonché le onduline in plexiglass della tettoia d’ingresso. Per la sostituzione di quest’ultime, sono state messe a disposizione dal datore di lavoro, ed utilizzate dall’infortunato, una scala doppia portatile in alluminio e tre tavole in legno. Le tavole sono state posizionate sulle onduline in plexiglass della tettoia ed utilizzate come piano di calpestio. Il malcapitato, operando sulla tettoia, è precipitato rovinosamente a terra da un’altezza di circa 3,50 m.

Perché è accaduto?
  • La scala utilizzata dall’infortunato, pur rispettando i requisiti di sicurezza, nella fattispecie non poteva essere utilizzata come sistema di accesso idoneo alla tettoia.
  • L’infortunato operando da un’altezza di circa 3,50 m non disponeva di alcun dispositivo di protezione anticaduta collettivo e/o individuale.
  • La copertura su cui stava operando l’infortunato, non è calpestabile e non ha resistenza sufficiente per sostenere il peso dell’operatore.
Conseguenze
  • Contusione con breve perdita di coscienza.
  • Politrauma da precipitazione con trauma cranico e trauma toracico chiuso.
  • Prognosi oltre 120 giorni.
Riepilogo infortunio

L’incidente è avvenuto in quanto il datore di lavoro non ha valutato il rischio di caduta dall’alto, (attività lavorativa che espone il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad altezza superiore a 2m rispetto ad un piano stabile) mettendo a disposizione dell’infortunato attrezzature non adatte alle lavorazioni da svolgere in quota.

Serra sicura

Il Convegno dello scorso 7 giugno è stata anche l’occasione per presentare i risultati del Progetto Serra Sicura” che nasce dalla esigenza di affrontare i problemi relativi alla costruzione e manutenzione delle serre partendo proprio dallo studio delle dinamiche degli eventi infortunistici più gravi, quali sono:

  • le cadute dall’alto che si ripetono con modalità pressoché sempre uguali e con frequenti gravi conseguenze
  • e la dinamica degli infortuni che avvengono durante il tensionamento del film plastico di copertura che spesso causano traumi al capo dell’operatore con lesioni gravi o addirittura mortali o, nella migliore delle ipotesi, caduta dalle scale utilizzate in quota per azionare il rullo avvolgitore.

Molto interessante e utile ai fini della prevenzione l’intervento al Convegno dello scorso 7 giugno del Dott. Conticello [4]:

A fronte di una evidente pericolosità delle operazioni di montaggio e manutenzione delle serre, si scorge un evidente e montante interesse dei datori di lavoro, sia a livello di committenti che a livello di esecutori dei lavori, che spingono ditte produttrici di impianti serricoli ad elaborare misure di sicurezza idonee.

Ma

La carenza di normative in materia di igiene e sicurezza sul lavoro fa sì che si tratti spesso di progetti non coordinati che comportano la mancata risoluzione globale delle problematiche evidenziate.

L’intervento del Dottor Conticello, che alleghiamo, descrive alcune delle procedure di lavoro e degli accorgimenti tecnici adottati considerando che

l’obiettivo da raggiungere è quello di evitare che i lavoratori operino in quota, senza alcuna protezione.

Proponiamo come esempio, tra gli altri proposti nell’intervento,

la soluzione trovata nel Lazio che, opportunamente elaborata, può essere considerata una buona base di partenza. Infatti, il ponte scorrevole, se dotato di agganci per il telo di plastica e motorizzato, scorrendo per tutta la lunghezza della serra e così stirando il telo, può evitare che sul tetto della serra siano presenti lavoratori. Il fissaggio del telo potrà essere effettuato lavorando all’interno della serra mediante l’utilizzo di trabattelli mobili.

Il lavoro svolto nell’ambito del progetto mette in luce come siano diverse le caratteristiche di produzione locali, cui le serre fanno riferimento, e come quindi sia necessario

predisporre un tavolo tecnico di progettazione, i cui componenti vanno individuati su tutto il territorio nazionale, al fine di uniformare non la tipologia di serra, ma almeno di individuare la tipologia di attrezzature idonee e sicure da utilizzare per gli interventi di copertura da prevedere già in fase di progettazione nonché per l’avvolgimento dei teli. Nei casi di impossibilità tecnica di utilizzo di queste attrezzature, individuare i Dpc ed i Dpi idonei alla riduzione del rischio «caduta dall’alto».


NOTE

[1] Federazione Regionale Ordini dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali

[2] Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia

[3] Convegno Nazionale «un salto nel vuoto» Asl di BARI Terlizzi 7 giugno 2024, Analisi di eventi infortunistici ed esperienze di adeguamento dovuti al rischio di caduta dall‘alto nelle operazioni di costruzione e manutenzione delle serre nella Provincia di Lecce, Intervento Dr.ssa Anna Tardio Direttore Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro Asl LE Area Nord.

[4] Convegno Nazionale «Un salto nel vuoto» Asl di BARI Terlizzi 7 giugno 2024, “Serra sicura: dalla costruzione alla manutenzione ed esercizio”, intervento del Dott. Mariano Conticello S.pre.s.a.l. Asp Ragusa.

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