Uso delle macchine agricole: prevenzione e sicurezza

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I dati dell’Osservatorio INAIL sugli infortuni nel settore agricolo o forestale evidenziano che ogni anno il numero di eventi infortunistici mortali che coinvolgono gli operatori addetti alla guida del trattore è superiore alle 150 unità.
Pertanto, risulta evidente la necessità di procedere senza ulteriori ritardi alla pubblicazione del decreto attuativo della revisione ai sensi del comma 1 articolo 5 del Decreto Interministeriale del 20 maggio 2015. [1]

L’Accademia dei Georgofili di Firenze, in un convegno dal titolo Prevenzione e sicurezza delle macchine agricole svoltosi la scorsa settimana, ha richiamato l’attenzione:

  • sull’enorme ritardo nell’emanazione della misura legislativa che dovrebbe completare il quadro delle disposizioni in materia;
  • sulla gravità delle condizioni di rischio che ancora permangono nel settore agricolo, in particolare per l’utilizzo delle attrezzature e tra queste in primis dei trattori.

I ritardi nella emanazione del Decreto interministeriale attuativo delle “modalità di esecuzione della revisione” dei trattori, sia per la sicurezza sul lavoro che su strada, sono attribuibili al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Tali ritardi sono di estrema gravità se si considerano i dati relativi alla vetustà del parco macchine agricole e in particolare dei trattori nel nostro Paese. A tali carenze hanno tuttavia posto un limite sia le disposizioni del D.Lgs. 81/2008 relative ai requisiti di sicurezza delle macchine e l’attività svolta dall’INAIL con la pubblicazione delle Linee guida. L’installazione dei dispositivi di protezione in caso di ribaltamento nei trattori agricoli o forestali la cui emanazione ha avuto un ruolo importante per ridurre il pericolo connesso al capovolgimento dei trattori.

Linee Guida INAIL.
L’installazione dei dispositivi di protezione in caso di ribaltamento nei trattori agricoli o forestali.

Su richiesta del Coordinamento tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro, del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e del Ministero dello Sviluppo Economico, l’INAIL, dopo l’emanazione del Decreto Legislativo 81 istituì uno specifico Gruppo di Lavoro, con l’obiettivo di fornire utili informazioni tecniche per l’adeguamento dei trattori agricoli o forestali a ruote e a cingoli attraverso l’installazione di sistemi di ritenzione e di dispositivi di protezione in caso di capovolgimento. Il gruppo di Lavoro produsse linee guida nelle quali furono fornite informazioni tecniche sulle modalità di realizzazione e installazione dei dispositivi di protezione necessari (strutture di protezione in caso di capovolgimento e sistemi di ritenzione del conducente) realizzando specifiche schede tecniche, differenziate in base alla tipologia di trattore e alla classe di massa. Le schede furono corredate da informazioni tecniche utili a garantire un robusto ancoraggio dei dispositivi di protezione alla struttura portante del trattore.

Le linee guida sono consultabili sul sito INAIL alla pagina dedicata alle linee guida tecniche [2].

Quale contributo al convegno il Comitato consultivo Prevenzione e sicurezza del lavoro in agricoltura dell’Accademia ha prodotto uno studio sulle caratteristiche di rischio del settore con particolare riferimento all’utilizzo delle attrezzature: di particolare interesse i dati relativi alla valutazione del grado di vetustà del parco macchine agricole in circolazione e dei trattori in particolare.

Da una prima analisi dei dati emerge che a fronte di circa 2.781.000 macchine facenti parte del parco circolante, almeno 1/3, circa 994.000, è stato registrato nell’Archivio nazionale veicoli prima del 1983, evidenziando in questo modo l’elevato grado di vetustà che caratterizza il parco macchine circolante.

Per quanto riguarda specificamente i trattori la Tabella seguente dà un quadro sia della vetustà del parco trattori sia della presenza o meno dei dispositivi di sicurezza (cinture e Rops – Rollover protection structure) [3].

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Secondo i redattori del documento sono circa 668.000 gli esemplari sprovvisti di strutture di protezione in caso di capovolgimento (dati considerati sottostimati) e circa 1.240.000 gli esemplari sprovvisti di strutture di cinture di sicurezza (anche questo dato si considera sottostimato). Mentre è dal 2009 che

i soggetti obbligati hanno cominciato ad adeguare i trattori in numero significativamente importante. Sono quindi vicino a 100.000 il numero dei trattori che è stato oggetto di adeguamento con l’installazione di strutture di protezione, mentre un numero significativamente più alto ha riguardato le cinture di sicurezza.

Gli interventi [4] proposti nell’ambito del convegno del 9 febbraio scorso, evidenziando le prime cause di morte, hanno affrontato alcuni temi centrali per la sicurezza nel settore, quali la già ricordata questione delle norme tecniche per la revisione dei trattori agricoli e forestali, la necessità di promuovere la ricerca e l’importanza della formazione sull’uso delle macchine agricole.

 

Le prime cause di incidente grave e mortale sono nel settore il ribaltamento del trattore e l’errato uso dell’albero cardanico che,

se non è completamente segregato dalla sua protezione, debitamente completata da controcuffie fisse sulle prese del moto del trattore e dell’attrezzatura collegata

può provocare intrappolamenti e agganciamenti accidentali del vestiario del lavoratore. La manutenzione accurata e costante dei dispositivi di protezione è la prima misura di protezione in questo caso mentre proprio questa, secondo gli esperti dell’Accademia, viene spesso trascurata.

Per quanto riguarda le attività di ricerca, che devono contribuire a migliorare le condizioni di utilizzo delle attrezzature, oltre alla cintura di sicurezza e alla struttura di protezione per chi guida i trattori (prevenzione passiva in quanto non impedisce il ribaltamento ma punta a rendere meno dannoso per il lavoratore l’evento infortunistico) e le dovute attività di manutenzione,

la ricerca più avanzata nel settore sta sviluppando nuove metodologie di monitoraggio e controllo di sicurezza attiva della macchina agricola, soprattutto per la prevenzione del verificarsi di condizioni pericolose anche nei confronti di soggetti terzi al conducente, grazie all’evoluzione delle tecniche digitali, informatiche e di georeferenziazione, nonché alla messa a punto di nuove tipologie di sensori, affidabili e a basso costo [5].

Ultimo aspetto, affrontato nell’ambito dell’iniziativa promossa dall’Accademia, di estrema importanza ma anche particolarmente critico, è quello della formazione. Gli elementi di criticità vanno rintracciati non solo nelle caratteristiche del contesto lavorativo ma anche nella complessità e varietà delle attrezzature utilizzate.

Il fatto che, molti di questi infortuni siano principalmente a carico degli operatori più esperti ci indica che per diverse ragioni la sottovalutazione del rischio rappresenta un aspetto rilevante su cui concentrare gli sforzi, per intervenire sull’aspetto comportamentale nell’uso delle macchine agricole. [6]

Questa quindi la priorità indicata dagli esperti.

 


NOTE

[1] Accademia dei Georgofili, Prevenzione e sicurezza nell’uso delle macchine agricole, Convegno del 9 febbraio 2023. Intervento del dott. Vincenzo Laurendi.

[2] Accademia dei Georgofili, Comitato consultivo prevenzione e sicurezza del lavoro in agricoltura, Focus Group su: La revisione dei trattori agricoli e forestali tra direttive e continui rinvii.

[3] Accademia dei Georgofili, Comitato consultivo prevenzione e sicurezza del lavoro in agricoltura, op.cit.

[4] È stato possibile leggere gli interventi citati grazie alla loro pubblicazione nel sito della Accademia e nel sito della Consulta inter associativa italiana per la prevenzione – Ciip (a noi più familiare), che ringraziamo.

[5] Accademia dei Georgofili, La ricerca su prevenzione e sicurezza, intervento del dott. Danilo Monarca e del dott. Domenico Pessina.

[6] Accademia dei Georgofili, La formazione sull’uso delle macchine agricole, intervento del dott. Marco Vieri e della dott.ssa Fausta Fabbri.

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