Work lone. Proteggere chi lavora “in solitudine”.

lavoro in solitudine

Proseguiamo nel nostro percorso di ricerca di  esperienze e materiali prodotti in altri Paesi europei, con l’obiettivo di conoscere meglio le realtà e le modalità con cui altrove vengono affrontati temi cruciali per la loro attualità, gravità, diffusione.

Il tema è questa volta quello del lavoro in solitudine e il paese l’Inghilterra: si tratta di una pubblicazione sul tema edita dall’Health and Safety Executive (HSE) [1].
La Guida, pubblicata lo scorso marzo, affronta il tema della  tutela degli operatori che  lavorano in condizioni di isolamento.

lavoro in solitudine

> Protecting lone workers. How to manage the risks of working alone

I lavoratori isolati affrontano gli stessi rischi sul lavoro di chiunque altro, ma c’è un rischio ulteriore che i pericoli presenti nell’attività svolta possano determinare eventi di fronte ai quali il lavoratore si trova da solo, senza nessuno che lo aiuti o lo sostenga se le cose vanno male. Il datore di lavoro deve fornire specifica formazione, supervisione, monitoraggio e supporto ai lavoratori isolati.

La Guida aggiornata contiene:

  • una nuova sezione su come proteggere i lavoratori isolati dal rischio di violenza sul lavoro
  • maggiori informazioni su come i dirigenti dovrebbero tenersi in contatto con i lavoratori isolati
  • nuovi consigli sull’impatto del lavoro in solitudine su stress, salute mentale e benessere
Chi sono i lavoratori solitari e che lavoro fanno?

I lavoratori isolati sono molto più numerosi di quello che si possa pensare,  ne esistono in tutti i settori e includono in particolare coloro che lavorano:

  • da soli presso una postazione  fissa, ad esempio in negozi, stazioni di benzina, fabbriche, magazzini o centri ricreativi
  • separatamente dalle altre persone pur negli stessi locali o al di fuori del normale orario di lavoro, ad esempio personale di sicurezza, addetti alle pulizie, personale di manutenzione e riparazione
  • a casa
  • lontano da una postazione fissa, come ad esempio:
    – operatori sanitari, medici e di assistenza sociale che visitano le persone a casa, ecc.
    – lavoratori delle costruzioni, manutenzione e riparazione installazione di impianti e addetti alle pulizie
    – ingegneri, valutatori delle attrezzature e forniture che partecipano a progetti di costruzione
    – lavoratori dei servizi, compreso il personale delle poste, i tassisti, gli agenti immobiliari e di vendita, rappresentanti che visitano locali domestici e commerciali
    – conducenti compresi autisti di veicoli pesanti,  corrieri di furgoni e corrieri con auto  o bici
    – lavoratori agricoli e forestali
  • come  volontari che svolgono attività per conto proprio, o per organizzazioni di volontariato (raccolta fondi, raccolta rifiuti, ecc.).

La Guida – nel sottolineare come sia responsabilità del datore di lavoro tenere conto delle particolari condizioni in cui operano i lavoratori isolati e valutare la specificità dei rischi connessi a questa determinata modalità di lavoro – evidenzia alcuni aspetti da cui non si può prescindere:

  • valutazione delle aree di rischio specifico tra cui in particolare violenza, movimentazione manuale dei carichi, idoneità psicofisica dell’individuo a lavorare da solo, specifiche condizioni di rischio legate alle caratteristiche dell’ambiente di lavoro
  • possesso da parte degli operatori di requisiti di formazione e livelli di esperienza adeguati  (utilizzo di idonei metodi di monitoraggio e supervisione di tali requisiti)
  • adozione  da parte dei dirigenti e dei capi di sistemi per tenersi in contatto con i lavoratori isolati e possibilità di intervenire rapido in caso di  incidente.

Lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi hanno inoltre la responsabilità di prendersi ragionevole cura di se stessi e degli altri e di collaborare con dirigenti e preposti, e datori di lavoro nell’adempiere ai loro obblighi.

Pur non essendovi una specifica indicazione per la valutazione dei rischi dei lavoratori isolati l’obbligo generale include anche l’attenzione alla specificità del lavoro in solitudine: solo da una attenta valutazione emergono infatti le misure adeguate da adottare.

Misure specifiche da adottare
  • coinvolgere i lavoratori nella considerazione dei rischi potenziali e  nell’adozione delle misure per controllarli;
  • adottare misure per garantire che i rischi vengano rimossi ove possibile, oppure
    mettere in atto misure di controllo, ad esempio  selezionando con particolare cura  le attrezzature di lavoro per garantire che il lavoratore possa eseguire il proprio lavoro  con la massima  sicurezza
  • dotare  i lavoratori di mezzi adeguati e affidabili per comunicare  inclusa una modalità efficiente per chiedere aiuto
  • istruzione, formazione e supervisione
  • rivedere periodicamente le valutazioni dei rischi e aggiornarle dopo eventuali cambiamenti significativi, come nuovo personale, processi o attrezzatura
  • quando il lavoratore isolato lavora presso un altro datore di lavoro  consultarsi  con quel datore di lavoro per identificare eventuali rischi e richiedere misure di controllo.

In base alla valutazione del rischio si deve prendere in considerazione la possibilità  che  alcune attività ad alto rischio prevedano che  almeno un’altra persona sia  presente. Ad esempio lavoro:

  • in  spazi confinati, dove è necessaria la presenza di  un supervisore,  insieme a qualcuno dedicato al ruolo di salvataggio
  • su conduttori di elettricità in tensione
  • nelle operazioni di immersione,
  • con veicoli che trasportano esplosivi o sostanze utilizzate per la fumigazione.
Stress, salute mentale e benessere

La Guida è particolarmente attenta alla tematica dello stress, della salute mentale e del benessere. Il lavoro isolato infatti può avere un impatto negativo sui livelli di  stress dei lavoratori e sulla loro salute mentale.

Ad esempio, gli standard di gestione dello stress includono fattori come  rapporti  e supporto degli altri lavoratori e dei manager. Se questi elementi vengono a mancare totalmente e non sono gestiti correttamente, possono portare a stress dovuto al lavoro in quanto stare lontano da manager e colleghi può significare  che è più difficile ottenere un buon supporto.

La messa in atto di procedure che consentano il contatto diretto tra il  lavoratore solitario e il suo manager possono aiutare. Così come è importante saper registrare e tenere conto dei primi sintomi di un malessere di questo tipo.

Se il contatto è scadente, i dipendenti potrebbero sentirsi disconnessi, isolati o abbandonati, la qual cosa  può influenzare le loro condizioni di benessere ma anche le loro prestazioni.

Tenersi in contatto con i lavoratori isolati
  • Concordare con i lavoratori le modalità per  tenersi in contatto attraverso regolari riunioni o fornire altre opportunità per condividere preoccupazioni o problematiche legate al lavoro
  • Includere i  lavoratori isolati negli eventi sociali e negli aggiornamenti aziendali o di squadra
  • Assicurarsi che i lavoratori isolati siano inclusi in qualsiasi consultazione sui cambiamenti
  • Assicurarsi che i lavoratori isolati siano inclusi in qualsiasi  momento di  formazione.

NOTE

[1] L’Health and Safety Executive (HSE) è un’Agenzia governativa britannica responsabile della promozione, regolamentazione e applicazione delle misure relativa alla  salute, sicurezza e benessere sul lavoro e della ricerca sui rischi professionali in Gran Bretagna.

 

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